Negli ultimi tre mesi i prezzi dell’olio di oliva extravergine, dell’olio di oliva vergine e dell’olio di sansa di oliva hanno continuato a seguire il trend crescente iniziato nel mese di giugno, con un lieve rallentamento nella seconda parte di settembre. I dati arrivano dalla Borsa merci telematica L’incremento maggiore si è verificato nel mese di agosto, periodo in cui i tre prodotti ha fatto registrare una variazione congiunturale superiore al 10%.
Tale aumento ha portato i prezzi dell’olio di oliva extravergine e vergine a superare i livelli dell’anno precedente: la variazione tendenziale del mese di settembre dell’olio di oliva extravergine e vergine è stata pari rispettivamente a 1,9% e 3,8%. Il prezzo dell’olio di sansa di oliva, invece, si è attestato su livelli inferiori rispetto a quelli del 2008 (‐7,2%).

 

Secondo Ismea salgono del 10% in Italia, rispetto allo scorso anno, i prezzi dell'olio extra vergine di oliva. Il monitoraggio, elaborato anche sulla base della banca dati di Unaprol - Consorzio olivicolo italiano, registra un amento della domanda di prodotto italiano collocato sul mercato nazionale che viene scambiato a 3,08 euro il chilo.

"Un segnale che testimonia l'attenzione che gli olivicoltori italiani hanno per la qualità dell'olio extravergine", riferisce in una nota il presidente di Unaprol, Massimo Gargano, secondo il quale "è un primato che ha reso l'Italia leader per l'eccellenza del prodotto e i prezzi in crescita per l'olio novello testimoniano l'apprezzamento da parte del mercato per la qualità".
Il rialzo dei prezzi, dice Unaprol, sta incoraggiando la raccolta delle olive che, quest'anno, si svolgono leggermente in anticipo, in un clima di attesa per le prossime confezioni che saranno certificate, su iniziativa di Unaprol e frantoiani dell'Aifo, con il marchio 100% Qualità italiana.
Aumenta, intanto, la forbice dei prezzi tra la produzione italiana e quella spagnola. Nel Paese iberico i prezzi sono in costante calo anche per il nuovo prodotto. "In Andalusia - prosegue il direttore, Ranieri Filo della Torre - il prezzo dell'extravergine e quello del lampante sono coincidenti a 2,40 euro, a dimostrazione che il modello spagnolo non è un sistema remunerativo né per i produttori e neppure per il consumatore".
 
Intanto Unasco - Associazione organizzazioni produttori olivicoli chiede subito un tavolo della filiera agoralimentare. "Le intese e i rapporti più stretti nella filiera agroalimentare rappresentano i passaggi obbligati per dare più forza e competitività a tutti i soggetti che la compongono, dai campi alla distribuzione - ha detto il presidente presidente, Elia Fiorillo -. Allora si deve avviare un lavoro comune superando difficoltà, diffidenze e sovrapposizioni". "L'Unasco - sottolinea una nota - insiste da tempo sull'esigenza di un patto per dare una svolta al sistema e garantire all'olivicoltore, all'industriale e al commerciante le condizioni per svolgere adeguatamente la loro attività". "Se è vero che mai come in questo momento c'è bisogno di unità nella filiera agroalimentare per far fronte alla crisi - ha aggiunto Fiorillo - allora c'è anche bisogno di rompere ritualità inutili".
L'Unasco chiede contratti e spirito unitario. "Credo - ha precisato Fiorillo - che da subito, presso il Cnel, si debbra aprire un tavolo della filiera agroalimentare che ipotizzi, tenuto anche conto dei dati Nomisma, un percorso nuovo". Unasco considera positiva la notizia che il protocollo d'intesa tra Federalimentare e Gdo per razionalizzare i rapporti all'interno della filiera agroalimentare dovrebbe essere firmato entro la fine di novembre.
 
Da mercato giapponese arrivano poi nuove opportunità per il settore agroalimentare. "I prodotti toscani di qualità sono molto richiesti a Tokyo", ha detto l'ambasciatore italiano Vincenzo Petrone nel corso di un incontro con una delegazione toscana guidata dall'assessore Ambrogio Brenna, comunicando l'interesse di una multinazionale di prodotti alimentari ad importare dalla Toscana l'olio di oliva di qualità nel mercato giapponese.