Concimazione autunnale nei frutteti
Momento ideale per dare origine a tale accumulo è quello del post-raccolta, quando le piante non devono più sostenere il trasferimento di nutrienti ai frutti. Fino a quel momento le colture sono state però sostenute dai più opportuni apporti nutrizionali primaverili ed estivi, spesso somministrati per via radicale o per via fogliare, specialmente nelle ultime fasi del ciclo colturale.
Poi verrà il turno delle somministrazioni autunnali. Basti infatti pensare che la vite è ancora in grado di assorbire fra il 30 e il 40% dell'azoto a lei necessario nella sola fase post-vendemmia. Azoto che poi verrà impiegato dalla coltura da fine inverno in poi.
Frazionato è meglio
Buona norma generale è quella di seguire un approccio frazionato alla nutrizione vegetale, sia nei fruttiferi, sia su vite, sebbene ciò implichi un maggior dispendio di tempo. Le somministrazioni frazionate permettono infatti di ottimizzare la risposta delle colture alle differenti fasi fenologiche, le quali possono in tal modo contare su una presenza continua ed equilibrata dei molteplici elementi di cui le piante necessitano.Fondamentale quindi apportare una quota degli elementi nutritivi proprio in autunno, mirando soprattutto alla via radicale. Elementi consigliati in tale fase sono soprattutto potassio, fosforo e microelementi, senza dimenticare che l'autunno è il momento migliore per riequilibrare la fertilità del terreno con soluzioni di tipo organico, come per esempio la sostanza organica umificata di cui sono ricchi diversi concimi organo-minerali presenti sul mercato.
La presenza di sostanza organica umificata minimizza peraltro anche le perdite per lisciviazione e retrogradazione degli elementi minerali, permettendo di ottimizzare l'apporto stesso degli elementi presenti. Senza peraltro trascurare i benefici che tali concimi apportano alla fertilità complessiva del terreno, come pure sulla sua struttura, influendo positivamente anche sulla microbiologia della rizosfera.
Se opportunamente sostenute nei mesi autunnali, le colture potranno quindi esprimere il meglio delle proprie potenzialità produttive fin dalle primissime fasi vegetative dell'anno successivo, contando anche su un migliorato stato del terreno stesso.
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Fonte: Agronotizie