Nella pianta la formazione di proteine è strettamente legata alla presenza di azoto e di amminoacidi liberi (es. ac. glutammico, prolina, glicina, ecc.) che sono essenziali e la loro carenza può rappresentare un fattore limitante per la crescita vegeto-produttiva delle piante. Oltre al semplice apporto di nutrienti, è necessario che la pianta abbia ciò che le serve nei momenti più opportuni e che non vi siano perdite eccessive causate da lisciviazioni o da distribuzioni non mirate; fattori questi ultimi che aumentano i costi senza apportare reali benefici. Per ottenere questi risultati è essenziale apportare le giuste dosi di fertilizzanti ed impiegare prodotti ad elevata e reale efficacia nutrizionale ed assimilabilità. Proprio con l’obiettivo di fornire una soluzione davvero efficace, impiegabile sia in agricoltura biologica che in convenzionale, Ilsa propone Etixamin DF.
Etixamin DF è una specialità nutrizionale ammessa in biologico, nata dal centro di ricerca e sviluppo di Ilsa, proprio per massimizzare l’efficacia dell’azoto proteico (da Gelamin® - Gelatina fluida da idrolisi enzimatica) volto ad incrementare la produzione e la qualità delle colture coltivate.
Per via fogliare Etixamin DF apporta azoto proteico (azoto organico 16%) ed amminoacidi liberi (90%) prontamente assimilabili per apporti mirati nelle fasi fenologiche che più necessitano di questi due elementi.
Distribuito per via radicale, Etixamin DF apporta sia azoto proteico che amminoacidi, presentando meccanismi di azione rapidi, grazie alla presenza di amminoacidi liberi che fungono da trasportatori “carrier” degli elementi nutritivi presenti nella soluzione o nella rizosfera.
Gli amminoacidi liberi, inoltre, favoriscono la traslocazione di questi elementi all’interno della pianta (apparato radicale e fogliare). Ciò permette un utilizzo razionale degli elementi apportati, massimizzandone l’efficacia nutrizionale e limitando gli sprechi (inquinamento ambientale).
Funzioni dell’azoto, cause e sintomi della carenza
È l’elemento richiesto dalle piante in maggior quantità. Nel suolo lo si può trovare direttamente nella sostanza organica, oppure nelle forme minerali (nitrica, ammoniacale e ureica). La forma ammoniacale e quella nitrica sono direttamente utilizzabili dalle piante; quest’ultima è anche la forma meno assorbita dai colloidi del suolo, caratteristica questa che la rende facilmente dilavabile e molto inefficiente.
La forma ureica è facilmente assorbita a livello fogliare, mentre nel suolo, per essere disponibile, deve subire il processo di nitrificazione che la trasforma in nitrato; normalmente questo processo è veloce nella stagione calda, mentre è molto lento nella fredda stagione invernale.
La forma organica dell’azoto, invece, è quella forma di azoto stabile, non soggetta a lisciviazione e/o volatilizzazione nel suolo rispetto all’azoto minerale.
Nel caso di una matrice organica proteica, l’azoto può essere sotto forma di peptidi, che una volta distribuiti nel terreno, vengono progressivamente degradati e trasformati in azoto assorbibile dalle piante; oppure l’azoto può essere sotto forma di amminoacidi liberi, che una volta irrorati sull’apparato fogliare, vengono subito assorbiti dalle foglie ed utilizzati per la sintesi proteica.
Con i concimi organici non si apporta solo azoto organico ma anche sostanza organica e carbonio organico che sono fondamentali per la fertilità del suolo.
L’azoto svolge innumerevoli funzioni, ma la principale è quella di essere il componente base degli amminoacidi, delle proteine e della clorofilla. Per questo motivo è considerato l’elemento plastico per eccellenza; infatti determina lo sviluppo della vegetazione ed è quindi essenziale durante tutte le fasi di crescita delle colture. Nella pianta è trasportato sia per via floematica (trasporto della linfa) che xilematica (trasporto dell’acqua), manifestando un'elevata mobilità che si evidenzia nei casi di carenza in quanto si determina una traslocazione delle riserve dalle parti più vecchie a quelle più giovani.
Le cause principali di una carenza in azoto
- mancanza dell’elemento nel suolo;
- valori di pH > 8 o < 6 che ne limitano l’assorbimento;
- perdite per lisciviazione della forma nitrica;
- perdite per trasformazione in azoto gassoso (denitrificazione);
- ristagni idrici che riducono i processi di nitrificazione e non consentono l’assorbimento radicale.
I sintomi di carenza in azoto
- crescita ridotta dei germogli e delle radici, la pianta appare con crescita stentata;
- foglie con dimensioni inferiori al normale e se le foglie sono giovani acquisiscono un colore verde giallastro. Le foglie adulte assumono anticipatamente un colore giallo aranciato ed infine necrotizzano a partire dai bordi;
- riduzione della fioritura;
- cascola dei frutti dovuta ad una sterilità per mancato sviluppo dell’ovario.
L’andamento della sintomatologia della carenza in azoto è dal basso verso l’alto. Le piante erbacee presentano una sensibilità maggiore rispetto alle piante arboree, data dall’assenza delle riserve azotate.
Funzioni degli amminoacidi
Gli amminoacidi fungono da riserva di azoto ed hanno un’azione complessante nei confronti dei nutrienti (K, Ca, Mg, Fe, ecc.) ed anche di traslocazione di questi elementi nella pianta. Ogni amminoacido ha una sua funzione specifica nella pianta:
- acido glutammico: resistenza a diversi stress ambientali, incremento della germinabilità, regolazione dell’apertura degli stomi, precursore di nuovi amminoacidi, interviene nei meccanismi di resistenza della pianta in situazioni avverse e favorisce l’assimilazione di azoto inorganico.
- glicina: è il principale amminoacido ad azione complessante. È fondamentale per il potenziamento dell’attività fotosintetica e del contenuto di clorofilla.
- prolina, alanina, idrossiprolina: resistenza a diversi stress ambientali (sbalzi di temperatura, siccità, carenza di ossigeno, salinità, ecc.) ed incremento della germinabilità del polline.
- isoleucina, leucina, metionina, valina, istidina: precursori degli aromi e della maturazione.
- fenilalanina: precursore della colorazione e della lignina (essenziale per la lignificazione dei tessuti vegetali).
- arginina: favorisce lo sviluppo radicale, precursore del sapore ed induce la sintesi di ormoni relazionati.
- serina, tirosina: resistenza a diversi stress ambientali.
- Ecc
L’esperienza su cetriolo (Cucumis sativus, varietà Bristol)
Prove agronomiche eseguite all’estero nel 2018 a Texcoco, Estado de México (Messico), hanno riconfermato l’efficienza di Etixamin DF a base di Gelamin® nel favorire l’accrescimento vegetativo delle piante e nell’incrementare la resa finale. Durante il ciclo colturale sono stati eseguiti i trattamenti in fertirrigazione adottando il seguente protocollo: Gli altri trattamenti di concimazione e di difesa fitosanitaria sono stati analoghi per tutte le tesi, come da prassi aziendale (testimone).
I risultati
Dai rilievi biometrici si deduce che in tutte le tesi trattate con Etixamin DF (a base di Gelamin®) rispetto al testimone hanno prodotto esiti positivi legati allo sviluppo vegeto-produttivo della pianta, in particolare la tesi 4 ha favorito:
- maggior accrescimento vegetativo (altezza delle piante) del 9% rispetto al testimone (Fig. 2);
- incremento dell’attività fotosintetica del 24% rispetto al Testimone (Fig. 2);
- aumento della resa finale del 65% rispetto al Testimone (Fig. 2);
- miglior consistenza dei frutti del 15% rispetto al Testimone (Fig. 2).
Figura 1: dati biometrici legati allo sviluppo vegeto-produttivo delle piante di cetriolo in seguito ai trattamenti con Etixamin DF in confronto al Testimone
Figura 2: rappresentazione grafica dei dati biometrici rilevati nelle tesi messi a confronto
Per vedere e scaricare tutti i dettagli relativi alla prova dimostrativa svolta dal Servizio agronomico Ilsa, registrati sul sito www.Ilsagroup.com per accedere alla sezione coltura “cetriolo”.
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Fonte: Ilsa