Sono questi i numeri del nuovo stabilimento di Unimer, azienda che produce e commercializza, in Italia e all’estero, fertilizzanti e prodotti ad elevato contenuto di carbonio organico umificato.
I 22 dipendenti tornano nello stabilimento di Arquata del Tronto (Ap) che, il 24 agosto 2016, fu reso inagibile a seguito di una forte scossa di terremoto, costringendo l’azienda a bloccare l’attività del polo produttivo.
Unimer ha però pensato subito a salvaguardare i posti di lavoro del personale marchigiano, mantenendoli all’interno della propria realtà industriale e trasferendoli a rotazione presso l’altro polo produttivo di Vidor, nel Trevigiano.
L’azienda è riuscita così a superare il periodo di emergenza post sismica continuando a mantenere i propri standard produttivi e a lavorare per la crescita, disegnando, in parallelo, i contorni di un’importante ricostruzione.
“Far ripartire lo stabilimento in tempi record, nello stesso luogo in cui è stato operativo per tanti anni, è per noi una promessa mantenuta – ha affermato in occasione dell’inaugurazione il presidente di Unimer, Roberto Di Majo - Un risultato che è stato possibile grazie alla grande, inesauribile collaborazione che si è generata tra le parti pubbliche e private che hanno contribuito alla sua realizzazione”.
“Uno stabilimento che produce fertilizzanti per un’agricoltura migliore, in linea con il sentimento comune della gente – ha aggiunto l'amministratore delegato, Alessandro Di Majo - Un grazie di cuore al team Unimer e alle istituzioni per lo straordinario lavoro fatto”.
Roberto e Alessandro Di Majo
“Conosco Unimer dal 1989, da quando l’azienda ha deciso di investire in questa zona. Era già difficile allora e dopo il terremoto lo è ancora di più - ha detto Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto - La famiglia Di Majo poteva scegliere di andare via ma ha scelto di ricostruire e ripartire. Per il nostro territorio è una giornata memorabile e spero che altre imprese seguano questo esempio”.
L’investimento complessivo è stato sostenuto per il 50% da Unimer, con il 40% di copertura assicurativa da Reale Mutua, e per il 50% da fondi pubblici assegnati per gli edifici danneggiati dal sisma del 2016.
“Il valore di questa inaugurazione – ha commentato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli - è esemplare e va oltre i confini del comune di Arquata del Tronto e di questo territorio, perché dietro a questa fabbrica ricostruita c'è soprattutto una storia, quella di una famiglia che ha scelto di reinvestire in una terra duramente colpita dal terremoto. In tante famiglie di imprenditori italiani come quella Di Majo ci sono valori che qualificano un'azienda, come la responsabilità sociale ed ambientale. Questo stabilimento rinnovato è anche figlio della ricostruzione post sisma, di cui ho ben chiare le difficoltà e le opportunità. Oggi celebriamo la capacità delle istituzioni e dei privati di collaborare e perseguire un risultato di eccellenza, questa fabbrica è la dimostrazione che se si vuole, si può”.
Il nuovo fabbricato - progettato da Enrico Cucchiaroni e curato per la pratica relativa ai beni strumentali da Di Emidio – occupa una superficie di circa 10mila metri quadri e si distingue per l’innovazione non solo nelle dotazioni impiantistiche, ma anche nelle forme e dimensioni dello stabile, pensate per ottimizzare la produzione e, nello stesso tempo, per rispondere alle più severe norme antisismiche e ambientali. Quello della sostenibilità ambientale, oltre a quello della sicurezza antisismica, è per Unimer un valore estremamente radicato, mantenuto ben saldo anche quando è stata decisa la ricostruzione dello stabilimento di Arquata scegliendo materiali idonei ad inserirsi armoniosamente nel contesto ambientale dei parchi dei Monti della Laga e dei Sibillini.
Unimer ritorna così a coltivare il futuro, ripartendo dalle macerie per segnare un nuovo passo avanti nello sviluppo locale e nel percorso di crescita della propria impresa, tutta italiana.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Unimer