Dopo il gelo e la pioggia, le temperature sono tornate ad aumentare e sui campi il grano sta avviando la ripresa vegetativa. E’ il momento della concimazione azotata, una fase cruciale per determinare il successo della coltura sia per la resa sia per la qualità.
Quali sono le strategie migliori per centrare gli obiettivi? Quale tipologia di concime scegliere, con che dosaggio, in che momento entrare per l’applicazione?
Queste domande possono trovare risposte diverse, ma i criteri fondamentali sono ben noti agli agricoltori più avveduti ed esperti: occorrono concimi di comprovata qualità prodotti da società affidabili, occorre individuare dose ed epoca conoscendo bene le condizioni agronomiche attuali, si devono valutare le tipologie di concime anche sulla base di sperimentazioni e prove, in grado di fornire azoto sufficiente a completare l’accestimento, coprire il fabbisogno di azoto che aumenterà rapidamente con le temperature, evitare che le piogge dilavino l’azoto al di sotto dello strato esplorato dalle radici, rimanere a disposizione della coltura per un tempo prolungato in modo da sostenere la levata, evitare squilibri ed eccessi che aggravano il rischio di allettamento e di sviluppo di malattie fungine.
Tutte queste caratteristiche sono presenti nei concimi Entec® con inibitore della nitrificazione 3,4 DMPP, che K+S Agricoltura distribuisce e consiglia per grano tenero, grano duro, orzo e altri cereali autunno-vernini.
Grazie al DMPP, infatti, l’azoto ammoniacale o ureico dei concimi Entec® si rende disponibile alla coltura in modo graduale per un periodo prolungato.
In tutti i cereali la nutrizione azotata risulterà più equilibrata e corrispondente alle reali esigenze della coltura nelle fasi critiche. Questo si traduce in vantaggi fisiologici - sviluppo omogeneo di tutti i culmi di accestimento -, in vantaggi economici - maggiore sostegno a resa e qualità -, e in vantaggi operativi – contenimento delle dosi, minor numero di passaggi, maggiore flessibilità nell’entrare in campo.
Nel grano le strategie di concimazione sono differenti anche per le diverse caratteristiche delle varietà e la loro destinazione d’uso.
Nelle varietà dove non occorre spingere il tenore proteico finale, come nelle varietà biscottiere, si possono ridurre i passaggi utilizzando Entec® 46 con azoto ureico interamente stabilizzato dal DMPP. Si sfruttano al massimo le caratteristiche di durata e di graduale nutrizione garantite dall’inibitore.
Sui ringrani o dove il terreno è stato dilavato dalle piogge, se non si è impiegato Entec® già alla semina, allora la risposta migliore viene da Entec® 26, perché con il dosaggio per coprire le esigenze fino alla fine del ciclo si apporta già una quota di azoto nitrico a pronto effetto sufficiente a superare la fame di azoto lasciata dall’inverno.
Per le varietà di grano tenero produttive e ad alto tenore proteico o per il grano duro, dove la dose complessiva non è inferiore a 150 kg di azoto per ettaro, la tecnica corretta prevede una seconda applicazione con Entec® 26 o Entec® 46 che andrà collocata idealmente al secondo nodo.
Si mettono così i presupposti per rese elevate e qualità ai massimi livelli in tutti gli ambienti, come registrato dalle sperimentazioni con un piano di concimazione semplice dal punto di vista operativo e agronomico, ma perfettamente adeguato a raggiungere con costi ragionevoli le rese elevate e la qualità richiesta dalla filiera e dal mercato e con il vantaggio di ottenerle in modo sostenibile per l’ambiente, in linea con le normative ambientali, con la nuova PAC e con le misure agro-ambientali.
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Fonte: K+S Agricoltura