Esprime grande soddisfazione Roberto Conza (Direttore Tecnico-Commerciale) della società campana. Il Tequil, come numerose classi di composti presenti in molte famiglie botaniche, è caratterizzato dall'attività nematocida, probabilmente, allo stato attuale delle conoscenze, solo in minima parte nota. E' un prodotto proveniente da specifici estratti vegetali messo a punto dalla ricerca Fertenia, in continuo sviluppo e più volte testato in protocolli sperimentali su diverse colture.
Le prime prove in Italia sono state condotte alcuni anni addietro da un folto gruppo di ricercatori appartenenti ad Istituzioni diverse (CNR, Istituto per la protezione delle piante di Bari, Associazione Tabacchicoltori Veneti, Istituti sperimentali per il tabacco di Lecce, di orticoltura di Monsampolo del Tronto, per le colture industriali di Bologna, Servizio fitosanitario Regione Abruzzo e Emilia-Romagna).
Le risposte tecniche hanno complessivamente evidenziato buoni incrementi produttivi, soprattutto grazie all'effetto biostimolante, anche quando il contenimento dei nematodi ha svolto un ruolo più marginale. Infatti il gruppo di ricerca del Prof. Lamberti, il primo ad interessarsi dello sviluppo di Tequil, ed altri ricercatori in una recente referenza scientifica hanno confermato le buone potenzialità applicative del prodotto. Più di recente il Tequil è stato oggetto di sperimentazione da parte del Prof. Francesco Paolo D'Errico (Titolare della Cattedra di Nematologia presso l'Università degli Studi di Napoli “Federico II”) per prove soprattutto di laboratorio che hanno evidenziato un'efficacia nematocida abbastanza elevata nel breve (intorno al 50%).
'Questo dato è alquanto riduttivo,' sostiene il Prof. D'Errico, 'in quanto la reale efficacia che ho potuto accertare è notevolmente rafforzata da un accorciamento della vita del nematode.'
Altro dato importante, emerso da questo ultimo biennio di sperimentazione, è la convenienza a frazionare le dosi di impiego in più applicazioni (2-3 interventi a seconda del ciclo colturale) per tenere al di sotto della soglia di danno (IMI tra 2 e 3 della scala Lamberti) le popolazioni dei nematodi fitoparassiti.
Gli effetti positivi, dovuti essenzialmente a saponine triterpenoidi e un vasto gruppo di glucosidi, sono quindi essenzialmente riconducibili ad un maggior sviluppo dell'apparato radicale e quindi della pianta, con esaltazione della resistenza alle avversità biotiche e abiotiche, al controllo dei nematodi e, molto probabilmente, come è emerso da alcune osservazioni da rafforzare scientificamente, di funghi fitopatogeni terricoli.
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Fonte: Fertenia