"Per sottolineare la funzione che il seme svolge sarebbe sufficiente riprendere la notizia di qualche giorno fa sul Malawi, dove grazie anche all'impiego di semente di qualità la produzione agricola di quel Paese in pochi anni è aumentata considerevolmente, tanto da renderlo autosufficiente. Qualora ce ne fossimo dimenticati – afferma Paolo Marchesini, presidente dell'Associazione italiana sementi (Assosementi), all'atto della presentazione della posizione dell'associazione sulla riforma della Pacè necessario ricordare che anche per la nostra agricoltura la semente di qualità e la corretta scelta varietale continuano a restare elementi di fondo e quindi non possono venire trascurati dal dibattito in corso sul futuro della Pac".

"Difesa della produttività e quindi del reddito degli agricoltori, ambiente e cambiamenti climatici, tracciabilità ed innovazione: dietro questi obiettivi della futura Pac non si possono non vedere le garanzie ed i benefici assicurati dalle sementi certificate e di qualità, in particolare per un paese come l'Italia che sta cercando di esaltare la qualità dei propri prodotti, il legame con il territorio e la loro origine", aggiunge il presidente di Assosementi. "Se queste scelte sono corrette, allora sono altresì necessarie decisioni coerenti a favore dell'utilizzo e dello sviluppo delle sementi certificate".

"Sono almeno tre – sottolinea Marchesini - i punti per i quali l'Associazione italiana sementi intende battersi nell'ambito del dibattito sul futuro della Pac: considerare il grano duro una coltura strategica per il Paese e per l'equilibrio socio-economico delle aree centro-meridionali, attribuendogli un aiuto specifico accoppiato e legato all'impiego di sementi certificata; prevedere il vincolo delle sementi certificate negli accordi e nei contratti di filiera che andassero a beneficiare di aiuti; infine, per favorire la ricerca varietale e quindi l'innovazione assicurata dalle aziende sementiere".