Otto aziende agricole e altrettante imprese del settore industriale sono le protagoniste del progetto Cr 2050, un'iniziativa innovativa nata a Cremona che punta a creare nuovi scenari per il futuro degli agricoltori: le bioraffinerie. Il progetto è stato presentato durante la prima giornata di Bioenergy Italy (5-7 marzo), il Salone delle tecnologie per le biomasse e per le rinnovabili in agricoltura giunto alla sua quarta edizione.

Un progetto che ha le potenzialità per fare scuola ed essere preso ad esempio in molte realtà del territorio nazionale.
Le aziende che fanno parte del Progetto – ha spiegato nel suo intervento Susanna Larocca, direttore tecnico di Sogis, azienda oleochimica di Cremona inserita nel  gruppo di aziende coinvolte – sono tutte situate nel Nord-Centro Italia e per quello che riguarda la parte industriale sono impegnate nella raffinazione degli oli, nella produzione di biodiesel, nell'oleochimica, nella realizzazione di impianti destinati a produrre biogas e biometano. Il gruppo di aziende agricole coinvolge prevalentemente il territorio cremonese. Al 2030 le emissioni di gas climalteranti dovranno registrare una riduzione del 40% mentre il consumo di energia proveniente dalle rinnovabili dovrà arrivare almeno al 27%. Il progetto Cr 2050 potrà rispondere a questa richiesta perché è nato come piattaforma verticale volta a sviluppare la possibilità di conciliare le esigenze del settore primario e di quello industriale per favorire e accrescere quella rivoluzione culturale che la Ue sta promuovendo con la bio-based economy. Si tratta di una notevole opportunità di crescita che vede come enti promotori il Comune di Cremona, l'Associazione industriali della città e Confagricoltura”.

Il Contratto reti di impresa è un'altra rivoluzione culturale che prospetta nuove opportunità soprattutto per il settore primario.
Attraverso le bioraffinerie sarà possibile sostituire le frazioni chimiche che derivano dal petrolio con prodotti derivati da scarti e sottoprodotti dell'industria alimentare con un evidente vantaggio ambientale. In questo ambito si inserisce a pieno titolo il Progetto rete di imprese che da circa un anno è stato implementato da Confagricoltura.

La normativa sul Contratto reti di impresa – ha spiegato nel suo intervento Cristina D'Arienzo di Confagricoltura – ha subito dal 2009 al 2013 numerose evoluzioni. Si tratta di un contratto che prevede la collaborazione tra due o più imprenditori, il cui obiettivo deve essere l'innovazione e la competitività. Indubbi i vantaggi che ne possono derivare in termini di costi, marketing, crescita di fatturato, ingresso in nuovi mercati, maggiori possibilità di reperire capitale. Per ottenerli però, è indispensabile elaborare il progetto economico che si intende perseguire”.