Lo dice Coldiretti capofila di un accordo firmato lo scorso 13 aprile a Mestre per la ricerca, lo studio e la fattibile introduzione di varietà antiche dalle grandi virtù e forti di consenso da parte dei giovani imprenditori che vogliono intraprendere nuovi indirizzi agronomici.
Una possibile convivenza delle sementi storiche con quinoa, amaranto e coriandolo è fattibile anche su territorio regionale ai fini di dare risposte a casi di intolleranza alimentare o provvedere a rimedi naturali migliorativi nelle campagne.
L'elenco dei pregi di queste colture è lungo: alcune specie sono repellenti per la fauna selvatica, altre ideali per la dieta ipocalorica, benefiche per la salute ed ancora perfette per il risparmio idrico.
Per favorire una diffusione tra gli operatori del settore, il dipartimento Dafne dell'Università di Padova, la Società italiana sementi-Sis, Veneto agricoltura e l'Istituto sperimentale "Strampelli" di Vicenza hanno firmato, insieme a Coldiretti, un'intesa per il ritorno alla semina di grandi antichi, pseudo cereali e minori.
Ogni partner del progetto ha il suo compito assegnato: dal miglioramento genetico alla consulenza scientifica, dallo studio di ecotipi autoctoni alle prove dimostrative di collaudo, dal coordinamento dei lavori al mantenimento in purezza della "banca del germoplasma".
"Una vera squadra a disposizione per il futuro di un'agricoltura che trova nelle sue radici tutto il necessario per affrontare nuove sfide – ha spiegato Martino Cerantola, presidente regionale, sottolineando quanta faccia onore a Coldiretti riscontrare l'impegno delle nuove generazioni in questo senso.
"Dagli under 30 una lezione di civiltà e rispetto per il territorio oltre che una maturità professionale di alta responsabilità verso la società – ha concluso il direttore di Coldiretti Pietro Piccioni - A fronte di questa intraprendenza sono necessarie risposte economiche e prospettive commerciali per un giusto reddito di tutti".
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Fonte: Coldiretti Veneto