Sono questi i numeri di un settore che la Regine Toscana intende potenziare e valorizzare, partendo proprio dalla sua base: la qualità della produzione vivaistica degli olivi.
Il sistema di controllo riguarda tutta la filiera di produzione vivaistica, sistema all'interno del quale svolge un ruolo molto importante il Co.ri.pro, il Consorzio per la selezione ed il controllo del materiale vivaistico dell'olivo di Pescia, che raggruppa larga parte della produzione vivaistica olivicola toscana.
Il Consorzio, ente volontario no-profit già operante sotto altro nome fin dagli anni Settanta a Pescia, riunisce l'attività delle principali aziende vivaistiche specializzate nella produzione di piante di olivo, che garantiscono oltre il 60% della produzione pesciatina.
Partecipa attivamente a progetti integrati di filera e ad altri progetti nell'ambito del Psr nonché ad altri progetti finanziati con risorse statali del Piano olivicolo nazionale.
"La Toscana - ha affermato l'assessore all'Agricoltura Marco Remaschi - nel campo delle certificazioni, anche in campo olivicolo, è la prima in Italia per quanto riguarda i controlli fitosanitari, grazie al servizio fitosanitario regionale. Co.ri.pro lavora ormai da molti anni in stretto rapporto con il Servizio ma anche con Università e Centri scientifici".
Origine e sanità delle piante sono aspetti che infatti riguardano molto da vicino l'olivicoltura toscana, come ha spiegato l'assessore. L'origine perché abbraccia storia, cultura e paesaggio della Toscana; la sanità perché il sistema di controllo e la certificazione del materiale vivaistico sono la premessa indispensabile per la qualificazione e il recupero varietale e per la costituzione di una linea di prodotto garantito.
"La collaborazione con Co.ri.pro - ha concluso Remaschi - punta proprio al miglioramento di questo comparto e alla tutela del consumatore finale e di un prodotto che è una delle caratteristiche di questa Regione".
Il Co.ri.pro ha realizzato un campo di moltiplicazione dal quale i vivaisti associati, sotto il diretto controllo del Servizio fitosanitario regionale, prelevano ogni anno le talee per la radicazione, le marze per gli innesti ed i semi per la produzione dei portinnesti.
Per le varietà toscane la Regione ha da tempo intrapreso questa strada, fornendo una banca dati del germoplasma olivicolo autoctono con schede esaurientemente dettagliate e per la certificazione ha partecipato e sostenuto il progetto nazionale Olviva.
La Regione ha inoltre promosso ed attivato, in collaborazione con Cnr-Ivalsa e Co.ri.pro, il processo di certificazione in categoria virus esente delle principali varietà autoctone, le cui piante madri sono attualmente conservate presso l'azienda di Santa Paolina del Cnr-Ivalsa, a Follonica (Gr), con l'esclusiva delle aziende vivaistiche associate al Co.ri.pro.
Alle cinque varietà principali a livello regionale, Frantoio, Leccino, Moraiolo, Maurino e Pendolino, garantite virus esente, se ne stanno aggiungendo altre otto (Correggiolo, Grappolo, Leccio del corno, Olivastra seggianese, Rossellino cerretano, Piangente, San Francesco, Madremignola), caratteristiche degli oli Dop e Igp toscani, e altrettanto importanti per produrre olio extravergine di qualità.
Virus esente non è solo garanzia della sanità della pianta, ma anche e soprattutto di origine e identità certa oltre che elemento importante per chi accede alle nuove misure del Psr che prevede una valutazione prioritaria di due punti in caso di impiego di queste varietà toscane certificate.
Le misure tempestivamente adottate dalla Regione hanno consentito di dichiarare ufficialmente tutto il territorio regionale Xylella free. Tutti i vivai associati al Co.ri.pro sono soggetti periodicamente al controllo da parte del Servizio fitosanitario regionale, che ne rilascia apposita certificazione.
Le aziende pesciatine allevano circa 150 varietà e producono in media circa tre milioni di piante l'anno che, per un terzo ciascuno, sono destinate a Toscana, Centro-Nord Italia e mercati internazionali.
Le aziende associate al Co.ri.pro sono attive nel progetto regionale come coltivatori custodi, secondo la normativa regionale, per la tutela, la valorizzazione e il recupero delle varietà di interesse agrario più rare.
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Fonte: Regione Toscana