“I pomodori da industria sono ormai per più della metà trapiantati o pronti ad esserlo; ma non ci sono le condizioni per una campagna di commercializzazione con prezzi e regole adeguate”. Se ne è discusso il 27 aprile 2016 tra gli operatori del settore aderenti alla Federazione nazionale di prodotto del comparto di Confagricoltura.

Per il presidente della Federazione Marco Nicastro “nonostante l’impegno degli agricoltori a ridimensionare gli investimenti per aderire alle richieste dell’industria, ci ritroviamo oggi con un vero e proprio stallo nella contrattazione.

Nelle prime riunioni che si sono svolte al Nord (mentre nel Mezzogiorno la trattativa praticamente ancora non si è avviata) si paventano prezzi molto bassi, per non dire sottocosto, con il rischio di pratiche sleali nella contrattazione.

“Non possiamo assolutamente scendere sotto il livello pagato lo scorso anno - ammonisce Marco Nicastro - se non vogliamo mettere a rischio una filiera essenziale per la nostra agricoltura”.

Nella riunione sono stati affrontati anche i temi della certificazione etica commerciale e della sostenibilità sociale del prodotto che devono costituire materia della contrattazione. A patto però che il maggiore impegno richiesto agli imprenditori agricoli sia adeguatamente riconosciuto, oltre il prezzo standard, nelle quotazioni dei pomodori da trasformare.

“La soluzione - ha concluso il presidente della Fnp di Confagricoltura - è quella di lavorare in filiera, programmando in anticipo le produzioni e garantendo certezza nella tempistica della trattativa; quindi certificando il prodotto, per vincere così la sfida della competitività ed esaltare il nostro made in Italy.