Per il presidente della Federazione Marco Nicastro “nonostante l’impegno degli agricoltori a ridimensionare gli investimenti per aderire alle richieste dell’industria, ci ritroviamo oggi con un vero e proprio stallo nella contrattazione”.
Nelle prime riunioni che si sono svolte al Nord (mentre nel Mezzogiorno la trattativa praticamente ancora non si è avviata) si paventano prezzi molto bassi, per non dire sottocosto, con il rischio di pratiche sleali nella contrattazione.
“Non possiamo assolutamente scendere sotto il livello pagato lo scorso anno - ammonisce Marco Nicastro - se non vogliamo mettere a rischio una filiera essenziale per la nostra agricoltura”.
Nella riunione sono stati affrontati anche i temi della certificazione etica commerciale e della sostenibilità sociale del prodotto che devono costituire materia della contrattazione. A patto però che il maggiore impegno richiesto agli imprenditori agricoli sia adeguatamente riconosciuto, oltre il prezzo standard, nelle quotazioni dei pomodori da trasformare.
“La soluzione - ha concluso il presidente della Fnp di Confagricoltura - è quella di lavorare in filiera, programmando in anticipo le produzioni e garantendo certezza nella tempistica della trattativa; quindi certificando il prodotto, per vincere così la sfida della competitività ed esaltare il nostro made in Italy”.