Terminata la trebbiatura dei cereali a paglia, l'Op Cereali Emilia Romagna traccia un primo bilancio.
L'Op bolognese, che vede tra i suoi soci le Cooperative Padenna di Ravenna, Terremerse di Bagnacavallo (Ra), Progeo di Masoneed i Consorzi agrari di Forli-Cesena/Rimini, Bologna-Modena, Reggio Emilia e Piacenza, ha raccolto tra frumento duro e tenero, orzo, favino, pisello proteico e colza un quantitativo di 392.000 tonnellate ( - 4,6% rispetto il 2010), con rese molto interessanti, ma non in tutte le aree. Si sono avute punte massime di 8-9 tonnellate/ettaro per il frumento tenero e 7-8 tonnellate/ettaro per il frumento duro.
"Il principale fattore che ha influito sulle rese finali – afferma Raimondo Ricci Bitti, presidente dell'Op - è stato l'epoca di semina: frumenti seminati precocemente hanno fornito in generale produzioni elevate mentre quelli seminati tardivamente (dicembre) non hanno raggiunto rese elevatissime. In aggiunta, l'andamento stagionale primaverile caratterizzato da temperature miti e poche precipitazioni, ma intervallate positivamente così da favorire il riempimento delle cariossidi accompagnate dalle giuste concimazioni, hanno determinato elevati pesi specifici della granella."
La produzione ottenuta, quindi, può considerarsi soddisfacente sia sotto il profilo quantitativo e decisamente buono sotto il profilo qualitativo e sanitario, poiché anche quest'anno è stato confermato che la professionalità dei produttori agricoli soci nel seguire le buone pratiche agricole ha premiato sia con i buoni risultati ottenuti dal binomio qualità/quantità sia a livello sanitario.
A livello qualitativo, vanno segnalati gli elevatissimi pesi specifici rilevati per il frumento duro e tenero, portando in diversi casi ad ottenere una media che oscilla tra l' 82 e l'84%.
Il tenore proteico si attesta su valori medi tra il 12,50 e il 13,50% per il tenero e tra il 13,00 e il 13,50% per il duro.
Da una prima analisi dei dati Istat del 2011, in Emilia Romagna vi è una diminuzione rispetto al 2010 di oltre 18.500 ettari, per cui sono drasticamente penalizzati i quantitativi stoccati.
"I prezzi di vendita – chiude Ricci Bitti – si stanno sostenendo, nelle poche contrattazioni iniziali, accompagnati dal primato che il prezzo del mais sta spuntando sul mercato. L'apertura sul tenero è aumentata rispetto al 2010 di oltre 70 euro/tonnellata, raggiungendo le quotazioni di circa 225 euro/tonnellata mentre il duro sta volando a circa 290 euro/tonnellata, valore ben più alto rispetto ai 180 euro/tonnellata dell'anno scorso".
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Fonte: Frutta & Company