Si è chiuso il 27 giugno a Viterbo di 7° Congresso internazionale sul nocciolo, che ha visto come temi centrali i progressi della genetica, l'individuazione di sistemi di coltivazione atti a migliorare la qualità e l'incertezza sugli sviluppi del mercato economico.
'Dal punto di vista strettamente scientifico – spiega Silvio Franco, segretario scientifico del congresso - sono stati pienamente confermate tutte le migliori aspettative riguardo sia il numero e la qualificazione dei partecipanti sia l'interesse e il livello delle comunicazioni. Complessivamente gli iscritti sono stati oltre 200, provenienti da 25 Paesi tra cui i principali produttori: Turchia, Italia, Stati Uniti, Spagna. Un numero e una presenza altamente rappresentativa e difficilmente raggiungibile in convegni tematici quale quello del nocciolo'.
'Il successo di un evento di tale rilevanza e di così ampio respiro internazionale – dichiara Leonardo Varvaro, convener del Congresso – va attribuito alla stretta collaborazione tra Camera di Commercio di Viterbo e Università degli Studi della Tuscia, che hanno messo a disposizione sedi, supporto logistico e personale altamente qualificato.'
Grande interesse hanno riscosso, non solo tra gli addetti ai lavori, le relazioni introduttive di Shaw Mehelenbacher e Carlo Fideghelli, le massima autorità in tema di corolicoltura. Altrettanto partecipate sono state le 6 sessioni in programma, in cui i ricercatori hanno presentato 60 comunicazioni sul tema della corilicoltura a 360 gradi con interessanti risultati.
In particolare, in quest'ultima sessione si è osservata la presenza esclusiva di relatori provenienti dai principali paesi produttori: Turchia, Italia e Sati Uniti. Questo conferma come le problematiche di carattere più strettamente reddituale e commerciale riguardino in maggior misura i Paesi che detengono la quota largamente preponderante del mercato mondiale. Tuttavia nei tre Paesi le tematiche che coinvolgono gli economisti che si occupano del settore corilicolo sono abbastanza diverse. Nel caso turco due sono i temi emergenti: da un lato il ruolo del supporto pubblico per la redditività della coltura e l'evoluzione che questo potrebbe subire in relazione ad un eventuale ingresso della Turchia nell'Unione europea, dall'altro le strategie da mettere in campo per migliorare la qualità del prodotto, per aumentare la redditività dei nocciolicoltori e per migliorare le condizioni ambientali delle aree di più intensa produzione attraverso la conversione al regime biologico, che trova ancora una scarsissima adesione fra i produttori turchi. La produzione biologica è stata anche il tema di alcuni interventi di studiosi italiani, anche se in questo caso l'approccio è più di carattere territoriale piuttosto che aziendale. È questa una novità nell'approccio allo studio della corilicoltura che risente delle recenti normative nazionali sul tema dei distretti (rurali, agroalimentare e biologici). Interesse comune degli economisti italiani e americani è anche l'adattamento delle imprese corilicole alla variabilità dei prezzi indotta dall'offerta turca che rappresenta il 75% del totale mondiale. A questo proposito si è evidenziato una situazione abbastanza preoccupante per quanto riguarda la prossima campagna 2008-09, dovuta ad una probabile riduzione dei prezzi. Se le previsioni presentate si verificheranno ci si attende una consistente riduzione dei redditi dei corilicoltori, redditi che potrebbero scendere al di sotto della remunerazione di mercato dei fattori produttivi.
Che i problemi di mercato riguardino essenzialmente Turchia, Italia e Usa è stato confermato dalla seconda parte della tavola rotonda a Palazzo Farnese alle quale hanno partecipato, oltre a studiosi italiani, il Presidente della Associazione del nocciolicoltori dell'Oregon e il presidente della Camera di Commercio di Giresun, località centrale di una delle principali aree produttive turche. Tuttavia, non bisogna dimenticare che anche altri Paesi si stanno affacciando in maniera prepotente sul mercato internazionale; fra questi, in particolare in Cile si prevede una rapida crescita delle superfici investite.
'Inoltre - continua Varvaro - vorrei sottolineare i contributi delle aziende private e la squisita ospitalità degli operatori locali, che hanno offerto ai congressisti la loro disponibilità nelle visite tecniche e nei momenti conviviali a base di prodotti tipici'.
Mappa della Tuscia. Nel Viterbese si è svolto il congresso internazionale sul nocciolo |
Oltre ad assistere alle sessioni congressuali, infatti, i partecipanti hanno anche avuto l'occasione di compiere alcune visite sul campo. Il programma prevedeva una visita alla fabbrica di macchine agricole Facma di Vitorchiano, leader mondiale nel settore della raccolta meccanizzata delle nocciole, per conoscere caratteristiche tecniche e prestazioni operative delle macchine. Alla visita è seguita una prova dimostrativa di raccolta meccanizzata in un noccioleto presso lo stabilimento industriale dell'Apronvit di Vico Matrino. In quella stessa occasione è stata presentata la linea di produzione con cui l'associazione confeziona sottovuoto le nocciole fresche, tostate e in granella destinate alla vendita al dettaglio.
Altra visita di estremo interesse è stata quella presso gli stabilimenti industriali della Stelliferi & Itavex dove i convegnisti hanno raccolto importanti informazioni sulle caratteristiche del processo industriale di prima trasformazione delle nocciole, in una delle aziende più importanti a livello internazionale.
'L'organizzazione del Congresso internazionale sul nocciolo nella Tuscia – dichiara Ferindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo - ci ha offerto lo spunto per sottolineare l'importanza che riveste questo prodotto per il nostro territorio sia in termini economici sia scientifici, a tal punto da divenire punto di riferimento a livello internazionale. Ci ha offerto inoltre il pretesto per inaugurare la Prima Festa della Nocciola, mettendo in mostra quanto di meglio le nostre imprese agroalimentari e artigiane sanno fare con le nocciole'.
Soddisfazione è stata espressa anche da Stefano Gasbarra, responsabile organizzativo e vicedirettore del Cefas: 'Abbiamo avuto una ulteriore conferma delle potenzialità della Tuscia a organizzare iniziative congressuali di questo genere, mettendo in campo professionalità, organizzazione, ospitalità e soluzioni logistiche di primo piano che possono costituire seri presupposti per lo sviluppo del turismo congressuale'.
L'appuntamento con l'ottava edizione del Congresso internazionale sul nocciolo è per il 2012 in Cile.
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Fonte: Centro Studi e Ricerche sul Nocciolo e Castagno - CeFAS