Questo l’obiettivo del convegno che si è svolto il 14 maggio scorso in Toscana, nelle sale del Consorzio agrario di Ponte di Cortona. Meta centrata, vista la grande partecipazione del mondo agricolo. La platea ha ascoltato con interesse i relatori: Valerio Marchioni, Presidente Sigrad; Fabrizio Vitali della presidenza Italmopa; Cosimo Montanaro dell’Ismea; Herbert Lavorano, coordinatore di Sigrad, Vincenzo Passalacqua, Marco Silvestri della Barilla e il professor Alessandro Bucarelli dell’Università La Sapienza di Roma.
Il Contratto di filiera grano duro è nato con il Decreto ministeriale del 1 agosto 2003, mentre la domanda di finanziamento è stata presentata il 6 aprile 2004. Poi, a dicembre 2005, è arrivata la delibera del Cipe. Il 20 luglio 2006, finalmente, la firma del Contratto con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. A ottobre dell’anno scorso, infine, è stato presentato il progetto esecutivo che, attualmente, è in corso di valutazione.
Ed è proprio in Toscana (le altre regioni coinvolte sono Marche, Emilia Romagna e Puglia) che si concentra il 44% degli investimenti Sigrad. I settori interessati sono molteplici: dalla ristrutturazione delle capacità di stoccaggio all’assistenza tecnica ai laboratori analisi.
Poi, sono stati illustrati gli investimenti veri e propri di filiera. In cima alla lista c’è il disciplinare di coltivazione (armonizzazione delle pratiche colturali e rilevamento dei dati a livello di produzione agricola), seguito dal sistema informatico grano duro con la creazione di hardware e software per la gestione integrata del sistema Sigrad.
Ma nei programmi degli investimenti ci sono anche il sistema qualità, le procedure per ottenere le certificazioni di filiera, la formazione dei tecnici di filiera agricoli e industriali e degli agricoltori che partecipano al Contratto, la sperimentazione agronomica e la promozione del sistema Sigrad agli operatori e al pubblico.
Ma come sarà il raccolto 2007? A tracciare il quadro è stato Cosimo Montanaro dell’Ismea. “Allo stato attuale, il quadro produttivo è abbastanza buono. Il frumento duro toccherebbe i 3,8 milioni di tonnellate facendo registrare un +12,3% in più rispetto all’anno scorso. In crescita, con 3,7 milioni di tonnellate, anche il tenero. In calo, soltanto il mais (-5%) e l’orzo (-3,7%)".
Lo scenario di mercato nazionale, secondo l’analisi dell’Ismea, è il seguente: aumento dei prezzi in conseguenza del calo della produzione di frumento duro nel 2006, incremento dell’import di frumento duro (+35%), forte influenza dei mercati internazionali sulla crescita dei prezzi del frumento tenero a fronte della stabilità dei raccolti del 2006 e calo dell’import di frumento tenero (-6%).
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