La circolare del 2013 del Mipaaf ha finalmente chiarito l'irrigazione di soccorso non è una pratica di forzatura ma un mezzo per evitare la morte delle piante, il crollo della produzione e il peggioramento qualitativo del prodotto. Perciò non esiste alcun motivo razionale per considerare tale pratica incompatibile con la produzione di vini a denominazione, anche quando non prevista dal disciplinare, purché usata correttamente. Infatti una corretta restituzione idrica, commisurata ai fabbisogni fisiologici minimi della vite, ha effetto positivo sulla qualità dei mosti e quindi dei vini.

Per chi opera da decenni nell’irrigazione a goccia, come Netafim, il concetto di irrigazione di soccorso su vite da vino è da tempo già superato.

Infatti non è una strategia riproducibile negli anni data l’applicazione solo in caso di manifesto stress. Ad oggi si utilizzano, nelle aree dove l’irrigazione è più evoluta, tecniche irrigue mirate che, se da un lato nascono dalle medesime considerazioni fisiologiche, dall’altra permettono di evidenziare comportamenti differenti secondo la tecnica colturale, degli obiettivi produttivi e del microclima delle diverse zone. La cosa, ovviamente, non stupisce più di tanto in linea generale, quanto invece è da apprezzare l’elevarsi della tecnica micro irrigua a goccia da pratica saltuaria di soccorso, o di emergenza, a vera e propria pratica agronomica con precisi obiettivi produttivi e precise tecniche di applicazione.

L’automazione applicata all’irrigazione, intesa come tecnologia per la gestione della coltura, agevola la pianificazione irrigua, permette di monitorare l’irrigazione, agevola le operazioni di controllo dei consumi e della spesa energetica, diventa pratica riproducibile negli anni e ottimizzabile.

Una delle tecniche applicate in automazione è lo stress idrico sostenuto che si basa sul mantenimento di un regime irriguo limitativo (minimo) costante durante tutto il ciclo colturale determina un interessante miglioramento qualitativo della produzione, i risparmi idrici maggiori del 50%. La gestione automatica della restituzione idrica permette di gestire diverse variabili utilizzando le tecniche di deficit idrico controllato che è quella tecnica di programmazione irrigua la quale tende a limitare la disponibilità idrica entro particolari fasi fenologiche: Allegagione, Inizio sviluppo grappoli e Invaiatura. Permette un importante risparmio idrico nell’ordine del 40-50% e migliora la qualità della produzione. È dimostrato che il mantenimento di uno stato idrico minimo nella vite è funzionale al corretto completamento della maturazione fisiologica e tecnologica, ovvero non solo zuccheri e acidità ma anche sostanze fenoliche e aromatiche. 
Pertanto, con l’ausilio dell’automazione, è possibile fare una programmazione di irrigazioni qualitative a basso volume, ravvicinate nel tempo, commisurate alla fase fenologica e alle variabili condizioni pedo-climatiche. 

A tale proposito Netafim propone una gamma di centraline che ben si adattano alle diverse esigenze: da centraline molto semplici a sistemi di monitoraggio in remoto delle condizioni clima e terreno.


Le competenze acquisite da Netafim nel corso degli anni e l’ampia gamma dedicata rappresentano la miglior garanzia per un prodotto di qualità e per una gestione razionale dell’irrigazione finalizzata a ottimizzare l’uso dell’acqua in termini d’efficienza e costi.