Manuel Novelli. E' titolare assieme al fratello Maurizio di un'azienda agricola ubicata a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. 160 ettari coltivati essenzialmente a foraggio e mais per poter allevare in autonomia 300 vacche il cui latte è poi trasformato in Parmigiano Reggiano.

Nulla di eccezionale in teoria, se non fosse che Manuel ha solo 30 anni e guarda al futuro della sua azienda più con l'occhio del manager che con quello dell'allevatore tradizionale. A differenza di altri operatori, non si è in effetti limitato a continuare una tradizione di famiglia, ma sta ristrutturando l'allevamento per spostare la produzione verso l'alto di gamma così da alzare i margini di profitto.

'Quando ho preso in mano l'azienda, spiega Manuel, mi sono reso conto che se volevo dare un futuro alla mia organizzazione e renderla meno vulnerabile agli andamenti del mercato dovevo orientarla verso produzioni esclusive, in grado di assicurare buoni ritorni. Da qui una serie di decisioni orientate in tal senso, dall'inserimento di vacche rosse nell'allevamento per poter produrre il più quotato fra i Parmigiani Reggiani, alla ristrutturazione del parco macchine mediante l'inserimento di mezzi nuovi e innovativi.'

'Fra questi ultimi anche un telescopico McCormick, il primo 'TeleTrac' entrato in azione in Italia. L'ho acquistato solo dopo averlo provato a lungo e non senza qualche perplessità, ma si è subito rivelato una macchina incredibilmente versatile, tant'è che in soli 12 mesi ha già accumulato più di mille ore di lavoro nonostante sia affiancato a tre trattori Landini, due McCormick e cinque vecchi Fiat'.

 

Ok, ma l'innovazione dove sta?

'Il telescopico rivoluziona il lavoro. Io, come molti altri allevatori, avevo sempre lavorato con i caricatori frontali basando sulle performance di tali attrezzature la successione dei lavori e i relativi ritmi aziendali. 'TeleTrac' ha velocizzato tutte le operazioni e grazie al sollevatore posteriore ha anche fatto fronte ad attività normalmente affrontate con un trattore. In pratica è quindi accaduto che 'TeleTrac' ha sostituito non una ma due macchine pensionando d'uffi cio i trattori più vecchi.'

'Non a caso sto pensando di inserire a breve in azienda anche un secondo mezzo così da operare con poche macchine ridotto ma moderno e di elevate prestazionali. Da dieci trattori a tre più due sollevatori. Se non è innovazione questa...'.

 

Macchine di qualità per produzioni di qualità quindi.

'Esatto. Io credo che il futuro dell'agricoltura italiana sia nelle produzioni di qualità. Non possiamo combattere con i Paesi emergenti in termini di costi di produzione e quindi è logico che il largo consumo sarà sempre più nelle loro mani. Loro però non potranno mai competere in termini di qualità con noi e lì ci dobbiamo quindi concentrare investendo sulle strutture e i mezzi necessari'.

 

Qual è il lavoro principe di 'TeleTrac'?

'Non c'è un lavoro principe. Fa tutto e bene. Traina su strada, alza, sposta, pulisce, pompa... Praticamente non c'è lavoro che lui non si possa affrontare, fermo restando che alcune attività, come per esempio le arature, restano sempre in prerogativa ai trattori tradizionali'.

 

Che però costano meno.

'Certo, ma solo in termini di acquisto e a fronte di una minor versatilità. 'TeleTrac' non è certo regalato, ma lavora bene, è comodo, operativamente intuitiva e a livello di costi di esercizio consuma come un trattore di pari potenza'.

 

Problemi?

'Nessuno. Nonostante fosse uno dei primi 'TeleTrac' prodotti da McCormick non ha mai dato luogo ad avarie né ha evidenziato problemi. Unico appunto il sedile che, secondo me, dovrebbe fasciare un po' sui lati di più e risultare inclinabile nello schienale anche in avanti. Credo però sia un problema personale e legato alla mia corporatura'.

 

Progetti per il futuro?

'Tanti. E non solo a livello di macchine. Voglio incrementare la produzione del Parmigiano di qualità alzando il numero delle vacche rosse, attualmente solo una sessantina, e sto anche valutando, assieme ad altre aziende della zona, la possibilità di dar luogo a un centro di produzione di energia elettrica, una centrale funzionante a biogas alimentata con i reflui zootecnici e con produzioni ad hoc. Se ci riuscissimo diventeremmo autonomi in termini energetici e ci garantiremmo ritorni stabili e continui negli anni'.

 

Per le produzioni energetiche però ci vorrà un parco macchine ad hoc.

'Non credo. Ci vorranno macchine dedicate a tale attività, è indubbio, ma queste ultime molto probabilmente saranno dei 'TeleTrac', quindi mezzi polivalenti e in grado di lavorare anche in stalla non appena smettono di farlo in centrale'.

E alla parola 'centrale' gli brillano gli occhi perché sa bene che a 30 anni non è detto che i sogni restino tali per sempre. 

 

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Tratto da Macchine Trattori - Giugno 2009

in collaborazione con Editoriale Orsa Maggiore