Sui banchi dell'ortofrutta le ciliegie non mancano, ma sono spesso di origine spagnola, mentre quelle italiane hanno prezzi sostenuti. È uno degli effetti del maltempo che ha investito la nostra penisola nelle scorse settimane, mandando letteralmente sott'acqua molti ceraseti in Emilia Romagna. E anche in Veneto e Puglia la situazione non è migliore.

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Per avere il polso della situazione abbiamo contattato Andrea Bernardi, presidente del Consorzio Ciliegia di Vignola, il quale ha tratteggiato un quadro drammatico. Negli impianti scoperti i danni causati dalle abbondanti piogge sono stati quasi totali, non rendendo economicamente sostenibile la raccolta. In quelli coperti, invece, il danno ha raggiunto circa il 40% della produzione. Ad essere compromesse sono ovviamente le varietà precoci e medio precoci, mentre se il tempo non farà scherzi le varietà medio tardive e tardive dovrebbero essere salve.


L'area di Vignola è in grado di esprimere un prodotto top di gamma, riconosciuto in tutta Europa. Questo risultato è stato reso possibile, tra le altre cose, anche dall'impiego dei tendoni che riparano le piante dalla pioggia ed evitano il cracking. Tuttavia, come sottolineato da Bernardi, le ingenti piogge che hanno riversato sull'area quasi 400 millimetri di pioggia in quindici giorni hanno sottoposto le piante a un tale stress da causare lo spacco anche negli impianti coperti.

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È ancora presto per fare una stima dei danni, ma si valuta che circa il 50% della produzione complessiva sia perduta o compromessa. Un danno enorme per il comprensorio, che su questa coltura ha investito storicamente molto, riuscendo a ritagliarsi una posizione di eccellenza sul mercato.


La situazione non va meglio in Puglia, come spiegato da Gianni Porcelli, presidente del Consorzio della Ciliegia di Bisceglie. Anche in questo caso le piogge abbondanti che sono cadute nell'area di Bari Bat hanno causato il cracking sulle varietà precoci e medio precoci.

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Nell'area di Bisceglie e Conversano i danni sono elevatissimi, anche se la varietà Ferrovia, simbolo della produzione pugliese, per adesso è salva. Ora si spera in un meteo clemente e nei venti che dovrebbero asciugare i ceraseti.

 

Una situazione difficile quella della cerasicoltura italiana, che ha spinto alcuni agricoltori ad estirpare gli alberi, come si vede nel video che proponiamo di seguito.

 

Cerasicoltura italiana in difficoltà

 

Una annata nera, che ha portato le associazioni di categoria a scrivere una lettera al Governo e alle regioni Veneto, Emilia Romagna e Puglia per chiedere un intervento rapido e straordinario. "Il comparto cerasicolo pugliese sta vivendo dei momenti drammatici, avendo subìto un danno irrimediabile alle produzioni senza precedenti, a causa degli effetti del cambiamento climatico", si legge nella lettera a firma Confagricoltura Bari Bat.

 

"Questa situazione sta mettendo in ginocchio l'agricoltura del barese e la leadership sul mercato, considerando che proprio in provincia di Bari si produce circa il 35% di tutte le ciliegie prodotte a livello nazionale, con oltre 20mila ettari dedicati alla cerasicoltura. (…) Vista l'ampiezza e la gravità del fenomeno, riteniamo che siano necessari interventi immediati per ristorare i produttori dei danni subìti anche attraverso azioni che abbiano una valenza di carattere nazionale".