Come per tutti i comparti dell'economia, anche il settore agroalimentare, in questo primo trimestre 2022, risente fortemente delle conseguenze del conflitto russo-ucraino, in particolare la forte instabilità dei mercati delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, il conseguente impatto sui costi.

 

Cresce lievemente il valore aggiunto del settore primario e continua l'incremento delle vendite estere, così come però il valore delle importazioni agroalimentari, in particolare per colture industriali e cereali. Queste le principali tendenze che si evincono dal report trimestrale di Ismea sui mercati agricoli e le filiere agroalimentari.

 

Sul fronte dei consumi domestici, nel primo trimestre, la spesa alimentare è cresciuta dello 0,6%, mentre quella per bevande cala del 5%. Secondo l'Istituto il consumatore, a causa dell'aumento dei prezzi, si trova costretto a contrarre i volumi acquistati e comunque a cambiare il mix nel carrello. In netto aumento è la spesa per derivati dei cereali, oltre a carni ed olii. Si mantengono ben saldi gli acquisti di frutta e verdura, mentre cala la spesa per prodotti ittici, salumi e lattiero caseari.

 

Sul fronte delle imprese e delle filiere agroalimentari, i dati Ismea mettono in evidenza un tracollo della fiducia degli operatori del settore. Regna il pessimismo in particolare in ambito agricolo e fra i comparti specialmente in quello zootecnico, mentre vi sono segnali meno negativi nel settore vitivinicolo e delle colture arboree. La preoccupazione maggiore deriva dall'aumento dei costi correnti, in particolare per quelli energetici.

 

Guardando alle filiere, nel settore cereali il conflitto sta determinando un'ulteriore pressione sui mercati internazionali, sulla quale si erano già visti forti rincari. A livello globale la produzione di frumento duro è prevista in crescita nel 2022-2023, mentre potrebbe calare il grano tenero. Sul fronte vitivinicolo è stato confermato il primato produttivo italiano, con buone performance per l'export, attualmente minato dal persistere della guerra.

 

Forti tensioni anche per la categoria olio, aggravata dal crollo dell'offerta da parte dell'Ucraina in ambito olio di girasole e di mais. Prezzi in aumento nelle carni, che soffrono del forte aumento delle materie prime per i mangimi. Infine, sul fronte lattiero caseario, la produzione di latte bovino risulta in calo nei principali Paesi esportatori a causa dell'impennata dei prezzi degli input e delle avverse condizioni meteorologiche in alcuni bacini produttivi.