Il Vinitaly guarda sempre più all'estero strizzando ancor più l'occhio al business. Si è appena chiusa l'edizione 2022, dove, su oltre 88mila operatori arrivati in fiera, oltre 25mila operatori, pari al 28% del totale, provenivano dall'estero, da circa 139 Paesi, il tutto nonostante la forte contrazione degli arrivi da Cina e Giappone a causa delle limitazioni legate alla pandemia, oltre ovviamente ai buyer russi. Il quartiere espositivo ha registrato il sold out, con 4.400 aziende provenienti da 19 Nazioni, oltre a 700 top buyer esteri. Risultati molto positivi, e si guarda già con fiducia al 2023.

 

"Vinitaly 2022 si è concentrato in particolare sull'internazionalizzazione delle Pmi made in Italy - sottolinea il presidente di Veronafiere Maurizio Danese - il ruolo delle fiere italiane sarà sempre più legato alle piccole aziende che si avviano a intraprendere nuove strategie commerciali all'estero. Il settore vitivinicolo italiano è costituito in particolare da piccole realtà. Il driver per la prossima edizione 2023 sarà quello di essere sempre più attenti alle logiche di mercato e alla funzione di servizio in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo tre anni".

 

"Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt'altro che banale ed evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere - ribadisce il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -. Nei due anni di stop abbiamo lavorato molto sull'ascolto e sulla condivisione di idee con le aziende del settore, dando vita a un piano di ampio respiro di crescita".

 

Un Vinitaly 2022 molto positivo, secondo le testimonianze di alcune aziende partecipanti. "Un'ottima edizione, bene gli ingressi limitati e le presenze di qualità - sottolinea Andrea Farinetti di Fontanafredda - è finalmente tornata una fiera business con nuove opportunità e nuove conoscenze, oltre al fatto che è stato emozionante rivedere partner internazionali. Il made in Italy è in buona salute e deve puntare sempre di più sulla qualità".

 

"Tantissima Europa e America - spiega Riccardo Pasqua, ad di Pasqua Vigneti e Cantine - ci sono mancati gli asiatici ma siamo convinti che recupereremo nella prossima edizione. Abbiamo consolidato il nostro business già avviato e abbiamo incontrato nuove opportunità".

 

"Abbiamo atteso davvero tanto questa edizione di Vinitaly - ammette Antonio Rallo, ad di Donnafugata - siamo stati assolutamente ripagati. Nonostante le tante difficoltà, credo che il 2022 possa essere un buon anno commerciale".

 

"È andata oltre ogni aspettativa - ribadisce Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona - è innegabile che i problemi di pandemia ci siano ancora, però è stato davvero un Vinitaly interessante, con molti buoni contatti sia di livello nazionale che dal punto vista internazionale".

 

Appuntamento quindi, con grande attesa, all'edizione 2023, in programma dal 2 al 5 aprile prossimo.

 

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