Agricoltura digitale e attenzione all'ambiente devono essere le priorità del futuro per le aziende agricole. È ciò che è emerso lo scorso 14 febbraio dalla presentazione dei dati del progetto AgriManager 2021, realizzato da Agri 2000 in collaborazione con Emil Banca, che come ogni anno punta a creare un percorso innovativo e di crescita imprenditoriale per i produttori agricoli delle province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Parma. Al centro dello studio di quest'anno la transizione ecologica e digitale delle aziende agricole richiesta dalla strategia europea From Farm to Fork, previsto dal nuovo Green Deal.

Fra le 1.400 aziende intervistate, oltre il 38% fa agricoltura certificata integrata, mentre il 26% circa è in regime biologico. A livello di pratiche colturali sostenibili il 14% di esse attua l'inerbimento di frutteti e vigneti, mentre quasi il 9% ha previsto aree ecologiche al suo interno. Ma il 32% di esse, quindi sostanzialmente un terzo del totale, non ha attuato per il momento alcuna pratica in applicazione dei futuri ecoschemi previsti dalla nuova Pac 2023-2027.

Sotto il profilo dell'economia circolare, in merito al tema del riutilizzo e riduzione al minimo degli sprechi, il 46% di esse non ha ancora attuato nessuna azione su questo fronte, mentre il 39% di essi dichiara di aver iniziato ad acquistare concimi naturali.

Quello che risalta di più all'occhio è però l'agricoltura digitale. Quasi il 65% delle aziende agricole intervistate non utilizza alcuno strumento di agricoltura digitale, mentre nella restante parte si utilizzano modelli previsionali per parassiti e malattie, concimazione e semina a rateo variabile.

"I dati di AgriManager 2021 ci fanno capire quanta strada si debba ancora fare in ambito ecologico e digitale - spiega il presidente di Agri 2000 Camillo Gardini - le imprese agricole hanno compreso la necessità della transizione ecologica e digitale per guardare al futuro, nonostante solo una minoranza abbia già adottato queste nuove strade. Ecco che le nuove pratiche sostenibili e gli strumenti digitali diventano una grande opportunità, in un contesto in cui, tuttavia, almeno la metà delle imprese non avrà ricambio generazionale".

"L'altro tema interessante però è proprio la continuità aziendale - conclude Gardini - la maggior parte delle imprese sono interessate a inserire giovani, anche non appartenenti alla famiglia, per cedergli l'impresa in futuro. È un dato interessante, significa che le imprese sono aperte al cambiamento e ai giovani, si deve trovare così fra di esse un punto di incontro".