Si tratta del documento d'intesa siglato dalla Regione Puglia e dalle associazioni di categoria degli allevatori e produttori pugliesi, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Uci, Associazione Regionale Allevatori Puglia, Confcooperative, Uecoop, Cna, Confartigianato, Confindustria, Unci, Agci.
È l'approdo politico dell'intesa tecnica del 14 settembre scorso, ripresa da AgroNotizie con la quale si fissa un prezzo soglia per il latte alla stalla in Puglia - inizialmente indicato in 0,44 euro al litro - al di sotto del quale il valore di cessione non può scendere, poiché verrebbe a non ripagare i costi medi di produzione degli allevatori. Si tratta di un valore che potrà cambiare nel tempo, sulla base dei calcoli Ismea sui costi medi di produzione delle aziende agricole e zootecniche. Non è un accordo di prezzo quindi - in ossequio al parere reso dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo scorso 3 agosto - ma solo un sistema volto a indirizzare la contrattazione reale tra aziende allevatoriali e primi acquirenti di latte evitando comportamenti sleali nel commercio di beni agroalimentari, in applicazione dei principi Direttiva Ue 2019/633.
E questa intesta regionale taglia il traguardo prima dell'accordo nazionale di filiera sul latte vaccino, ancora in discussione sul tavolo del latte a Roma, e che vede impegnato in prima persona il ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.
"Oggi raccogliamo un risultato storico per tutto il comparto lattiero caseario pugliese - ha commentato l'assessore all'agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, firmatario della proposta di deliberazione e promotore del tavolo di concertazione che ha riunito le organizzazioni di rappresentanza al fine di regolamentare i rapporti commerciali nel pieno rispetto del lavoro di tutte le parti coinvolte, della qualità del prodotto e della tutela del consumatore finale. Ma soprattutto con l'obiettivo di promuovere e valorizzare l'intera filiera lattiero casearia.
Pentassuglia ha detto: "Non era mai accaduto prima che tutti gli attori della filiera, insieme, sottoscrivessero, nel senso della responsabilizzazione reciproca, un documento che fa sintesi delle esigenze del mondo allevatoriale rispetto alla necessità di mantenere un costo di produzione che tuteli la qualità della materia prima e la dignità del lavoro, con le istanze dei trasformatori che chiedono garanzia di un prodotto certificato e 100% pugliese".
"Coloro che aderiscono a questa iniziativa - ha precisato l'assessore - avranno il supporto della regione in tutte le attività promozionali, di valorizzazione, di tutela del nostro latte e dei prodotti derivati. Il nostro obiettivo è difendere l'eccellenza produttiva e rispettare il consumatore che chiede qualità e salute. Ma anche garantire un prezzo di vendita etico del latte crudo, non inferiore ai costi sostenuti dall'allevatore, come anche un prezzo dei prodotti caseari non inferiore a quello sostenuto dai trasformatori per la loro elaborazione".
La Regione Puglia avrà il ruolo di sostenere la crescita del settore, di valorizzare le produzioni di qualità certificate da rigidi disciplinari regionali e nazionali "anche attraverso un pacchetto di misure dedicate - ha detto Pentassuglia - come anche di rafforzare i controlli attraverso azioni anti frode e contro pratiche sleali di mercato".
"Tutti gli attori della filiera - ha concluso - il direttore del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone - si sono riuniti ad un tavolo per condividere un percorso di eticità che deve portare a riconoscere che una parte non può fare a meno dell'altra. Le parti oggi sottoscrivono un impegno alla responsabilità reciproca così come la regione si impegna a sostenere il comparto disciplinando al meglio i rapporti e proponendo contratti capaci di creare trasparenza e rapporti sempre più costruttivi e collaborativi".
Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia ha commentato "Oggi con la stipula del protocollo di intesa sul tavolo latte non solo il settore lattiero caseario ha fatto un salto culturale. Lo ha fatto tutta la regione Puglia, perché stabilire che un allevatore non può essere sottopagato per il proprio lavoro è un principio che qualifica il territorio e gli operatori economici che vi operano".
Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, ha dichiarato: "È un primo passo importante rispetto al principio sancito che i prezzi del latte devono partire dai costi lievitati di produzione, a cui dovranno seguire contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori in cui siano concordati compensi equi perché a fronte dei rincari delle materie prime alla base dell'alimentazione degli animali è fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti, sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione".