La Commissione europea ha deciso di non includere il riso tra i prodotti cambogiani che saranno sottoposti a dazi d'ingresso in Europa dalla prossima estate.

Con le sue esportazioni la Cambogia, che è il primo fornitore di prodotto lavorato all'Unione europea, aveva portato a un crollo dei prezzi del 40%. Ma l'Europa, con l'introduzione delle clausole di salvaguardia, aveva posto un argine ai danni economici. Nel gennaio dell'anno scorso, su richiesta dell'Italia, l'Ue aveva così ripristinato i dazi sul riso dopo aver verificato il danno economico per i produttori europei. Ora la situazione potrebbe cambiare.

La Commissione Ue ha infatti preparato una lista di prodotti che dovranno pagare i dazi per il loro ingresso nell'Unione europea; una lista che include per esempio i prodotti tessili a basso valore aggiunto, le scarpe, lo zucchero, ed altro, a causa delle accertate violazioni sui diritti umani, civili, e le tutele sul lavoro, ma escludendo il riso perché su di esso viene già applicata la clausola di salvaguardia. L'atto delegato potrebbe essere adottato collegialmente dalla Commissione a metà febbraio, e dopo i pareri del Parlamento europeo e del Consiglio, che dovrebbero arrivare entro aprile, si passerebbe all'applicazione.

La posizione 'annunciata' della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova - prima dell'incontro sulla riforma, la Pac, i dazi, e l'etichettatura - includeva la richiesta alla Commissione Ue di inserire il riso cambogiano nella lista dei prodotti a cui togliere i benefici per l'esportazione (cioè dazi zero) nell'ambito del regolamento europeo denominato Eba. Inoltre, la ministra parla di "massima attenzione", e di aver segnalato alla Commissione la "necessità di monitorare con maggiore attenzione il mercato, anche sul fronte della clausola di salvaguardia che è in atto attualmente".

"La Commissione - ha affermato il presidente dell'Ente nazionale risi Paolo Carrà - dimostra una ottusa miopia, trincerandosi dietro rigidi tecnicismi. Come è possibile che di fronte a violazioni palesi e riconosciute dei diritti umani, sia dalla Commissione stessa che dall'Onu, si voglia per la Cambogia prendere una decisione monca escludendo il riso dall'elenco dei prodotti che non godranno più dell'esenzione tariffaria".