Per l’extravergine di alta qualità, questa nuova fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre. Il tutto, mentre continuano ad arrivare notizie parzialmente positive dal fronte delle giacenze che - secondo Frantoio Italia n. 1/2020 del 15 gennaio, reso noto il 23 gennaio scorso - sono ulteriormente aumentate, anche se gli aumenti sono entrati in fase calante, essendo di gran lunga inferiori a quelli registrati a fine dicembre 2019.
I prezzi nell'ultimo anno
L’olio extravergine di alta qualità a Bari ha perso ben 40 centesimi in circa due mesi tra il 3 dicembre 2019 ed il 28 gennaio 2020 - un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 ed il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di euro 1,10 sui minimi.Al 28 gennaio 2020, quarta seduta di borsa del 2020 a Bari, dall'inizio del 2019 l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 47,97% del suo valore. Infatti, il 29 gennaio 2019 l'olio l'extravergine di olive "con acidità massima 0,4%" era stato quotato a ben 6,10 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,20 euro sui massimi.
Frantoio Italia, per l'extravergine italiano giacenze su del 15%, ma in frenata
Questa ritrovata stabilità di prezzo è legata ad una crescita delle giacenze di olio extravergine di olive in Italia in frenata.Le scorte sono cresciute di altre 23.593 tonnellate (+ 11,37% sul 31 dicembre 2019) e hanno raggiunto le 231.060 tonnellate, secondo i dati di Frantoio Italia, aggiornati al 15 gennaio 2020 e resi noti dall'Istituto centrale per la qualità e repressione frodi sul sito web del Mipaaf nella mattinata del 23 gennaio scorso. In tempo per influenzare la seduta di Borsa merci a Bari, tenutasi ieri. Inoltre, le giacenze di questa categoria di olio, rispetto al 15 gennaio 2019 risultano cresciute del 21,22%
Nonostante questi elementi, il mercato ha invece sicuramente apprezzato un rallentamento della crescita delle giacenze. Perché in valore assoluto, le giacenze secondo Frantoio Italia del 31 dicembre 2019, rese note l’8 gennaio scorso, erano cresciute di ben 33.450 tonnellate sul 15 di quel mese, invece il delta in valore assoluto del 15 gennaio sul dato di fine anno è stato di sole 23.593 tonnellate, ma non solo.
Anche in percentuale la crescita del 15 gennaio risulta calante: solo l'11,37% contro il 19,22% registratosi sui dati aggiornati al 31 dicembre. Il dato di crescita delle scorte al 31 dicembre, invece, era stato maggiore di quasi un punto della crescita percentuale intervenuta tra il 1° ed il 15 dicembre 2019 e pari al 18,38%.
In particolare, le giacenze di olio extravergine di produzione italiana aumentano nella prima quindicina di gennaio di altre 20.401 tonnellate, raggiungendo così le 155.037 tonnellate complessive ( +15,15%), spiegando così per l’86,47% l’incremento delle giacenze totali, incluse quelle di oli di importazione, sia comunitaria che extracomunitaria.
Ma le giacenze di olio extravergine italiano erano cresciute ben di più tra il 15 ed il 31 dicembre 2019, ovvero di altre 26.789 tonnellate, raggiungendo così le 134.639 tonnellate complessive (+19,88%). Pertanto, i valori incrementali al 15 gennaio 2020 su fine dicembre, tanto in valore assoluto quanto in percentuale, appaiono minori, denotando un rallentamento della crescita delle giacenze di olio evo italiano.
Inoltre, in Puglia, le giacenze totali di olio extravergine, incluso quello di importazione, sono cresciute tra il 31 dicembre 2019 ed il 15 gennaio 2020 di 14.885 tonnellate, raggiungendo le 95.652 tonnellate: + 18,43%. Anche in questo caso, sia il dato assoluto di crescita delle giacenze, quanto quello percentuale, è minore di quanto registratosi sui dati del 31 dicembre scorso, quando queste crebbero sul 15 dicembre di ben 19.131 tonnellate, registrando un incremento del 31,03%.
Questi elementi di crescita in rallentamento delle giacenze sono per altro indicatori stagionali di fine campagna produttiva e pertanto il mercato li valuta come valori che rappresentano in prospettiva il completamento dell’offerta potenziale di olio evo.