Secondo il Distretto idrografico della Sardegna, il 25 gennaio 2018 negli invasi sottesi alle dighe dell'isola c'erano 798 milioni di metri cubi d'acqua, un dato cresciuto di appena lo 0,26% rispetto ai 795,93 milioni di metri cubi del 31 dicembre 2017. E poca cosa a fronte di una capacità autorizzata di oltre 1.764 milioni di metri cubi. Si conferma così lo "stato di allerta" per la siccità sull'isola.

I dati sono emersi nella sede dell'Agenzia Agris di Tanca Regia in Abbasanta (Or) proprio lo scorso 25 gennaio, quando Regione Sardegna ha organizzato il convegno "Acqua e siccità, gestione e governo della risorsa idrica", durante il quale sono stati resi noti i dati sulla disponibilità di acqua degli invasi sardi e si è affrontato il tema, unitamente a quelli dei cambiamenti climatici e del conseguente rischio desertificazione.

Su come gestire la scarsità di risorsa idrica in futuro sono emerse numerose indicazioni, che puntano molto su ottimizzazione delle risorse, riparazione delle reti, agricoltura di precisione, incremento delle capacità di invaso, riutilizzo delle acque reflue e desalinizzazione di quelle marine.
Sul piatto, ancora da spendere, una parte dei 50 milioni del Patto per la Sardegna. Hanno partecipato all'incontro, tra gli altri gli assessori all'Agricoltura, Pier Luigi Caria, e dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini.


Disponibilità degli invasi stabile,indice di un fenomeno siccitoso molto grave

Secondo i dati elaborati dal Distretto idrografico della Sardegna e tenendo conto che gennaio è storicamente il mese con la minor capacità di raccolta degli invasi, il 25 gennaio 2018 nelle dighe dell'Isola c'erano 798 milioni di metri cubi d'acqua. Il picco in positivo degli ultimi 18 anni si era registrato nel 2010 con 1.693 milioni di metri cubi. I punti più bassi invece nel 2001 e nel 2002 con 370 e 390 milioni di metri cubi.

A gennaio 2018 le situazioni maggiormente critiche vengono segnalate nel settore nord-occidentale (Alto Temo, Cuga, Bidighinzu, Surigheddu) con 17 milioni metri cubi d'acqua (erano 32 milioni nello stesso periodo del 2017). E anche nell'Alto Coghinas (Sos Canales-Monte Lerno) dove sono invasati 11 milioni contro i 31 dello stesso periodo dello scorso anno, e nell'Alto Cixerri sono 990 mila rispetto ai 4,2 milioni di 12 mesi fa. Situazione difficile anche nel Basso Sulcis, dove la disponibilità idrica è passata dai 20,7 milioni di metri cubi ai 10,6 milioni.

Alberto Piras, direttore dell'Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, ha chiarito che l'attuale quadro dei bacini richiede "Massima attenzione e un'accurata riflessione su un uso corretto della risorsa idrica".

Giuseppe Bianco, responsabile del dipartimento Meteoclimatico dell'Agenzia regionale per l'ambiente della Sardegna, ha spiegato: "Siamo davanti a un fenomeno siccitoso molto grave con una riduzione media della piovosità del 20 - 30% con punte in certi casi del 50%".


Come gestire la scarsità idrica: proposte in campo

L'assessore all'Agricoltura Pier Luigi Caria, sottolineando la situazione di difficoltà, ha detto: "Non dobbiamo perdere neanche un secondo. Sulla base di queste informazioni si possono stilare le priorità di intervento. Ragionare quindi su due livelli: uno di breve periodo e uno di più ampio respiro. Si possono riutilizzare sempre di più i reflui per la campagna irrigua? Lo scorso anno abbiamo già finanziato interventi del genere, all'interno del piano da 30 milioni di euro finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione stanziato dal nostro assessorato verso i Consorzi di Bonifica. È tuttavia necessario ragionare con i tecnici, così da valutare se siano percorribili altri strumenti come quelli dei desalinizzatori".

L'assessore ai Lavori pubblici Edoardo Balzarini ha invece ricordato "L'azione costante della giunta per fronteggiare la crisi idrica". Con particolare riferimento alle "azioni finanziarie concrete quali, ad esempio, lo stanziamento di 50 milioni del Patto per la Sardegna, destinati al miglioramento della capacità di invaso dei bacini e alla loro messa in sicurezza. Altre preziose risorse poi vengono stanziate in base al Mutuo infrastrutture e al Piano nazionale invasi".

Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l'amministratore unico di Ente acque della Sardegna Giovanni Sistu che ha ribadito l'importanza degli interventi per rafforzare il sistema di intrerconnessione tra le dighe esistenti.

Sulle buone pratiche dell'uso dell'acqua in agricoltura ha fatto un passaggio anche il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru, "Esistono spazi enormi per aumentare l'efficienza dell'uso dell'acqua irrigua in termini di consumo per kg di prodotto coltivato e per il miglioramento della qualità dei frutti. Questo vuol dire che dobbiamo lavorare ancora tanto sulle tecniche agricole avanzate, che vanno trasmesse sempre di più agli imprenditori delle campagne".

Al termine dei lavori il presidente dell'Anbi Sardegna, Gavino Zirattu, ha chiesto che venga istituito un tavolo permanente per affrontare il tema della crisi idrica e per ridurre il costo dell'acqua a carico degli imprenditori agricoli.