L'incontro ha portato alla sottoscrizione della "Dichiarazione di Bergamo", un documento strategico, presentato alle istituzioni e finalizzato a riconoscere il valore delle Indicazioni geografiche in ambito agricolo, ambientale e commerciale, definendo anche gli strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale delle Ig.
Le Indicazioni geografiche, infatti, non sono soltanto uno strumento che garantisce la qualità e certifica l'origine delle produzioni, ma allo stesso tempo costituisce una garanzia per il consumatore. Purtroppo, a guastare tali nobili obiettivi c'è il fenomeno della contraffazione che minaccia la sicurezza alimentare e, molto spesso, si traduce in guadagni illeciti, collegati talvolta anche alla criminalità organizzata.
"Da Bergamo - ha affermato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - rilanciamo l'impegno per la tutela e la promozione delle Indicazioni Geografiche. Con la Dichiarazione di Bergamo si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici".
I punti chiave
Sono quattro i punti cardinali sui quali poggia la "Dichiarazione di Bergamo". Eccoli, in sintesi.- Creazione di un sistema multilaterale di protezione delle Indicazioni geografiche efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori, sostenendo anche l'applicazione dell'accordo di Lisbona del 1958 - rivisto con l'atto di Ginevra del 2015 - per garantire una tutela multilivello alle Ig.
- Miglioramento della trasparenza della "Internet governance", con il coinvolgimento degli stakeholders per una efficace protezione delle Ig quale diritto di proprietà intellettuale, in particolare nella gestione da parte di Icann del sistema assegnazione dei nomi di dominio di primo e di secondo livello; nell'utilizzo dei nomi delle Ig nei portali di commercio elettronico e nei motori di ricerca.
- Approfondimento delle ricerche e degli studi riguardo il positivo contributo delle Indicazioni geografiche alla sostenibilità economica e ambientale e al cambiamento climatico.
- Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle Ig attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei paesi più sviluppati.
Il commento di Martina e Olivero
"I quattro punti cardine della dichiarazione sono in linea con la nostra azione - ha dichiarato Martina - e, in qualità di presidenza del G7 Agricoltura, li assumo come punto di impegno. Vogliamo lanciare un segnale forte per ridare spinta ai sistemi di protezione multilaterali in un momento storico cruciale in cui assistiamo invece a un ripiegamento verso antiche logiche protezionistiche"."Il solo modo per proteggere - ha proseguito il ministro - è integrare. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme per regole forti in mercati aperti, tutelando le nostre produzioni di qualità agroalimentari che rappresentano anche una componente fondamentale dell'export. Servono nuovi strumenti di reciprocità, clausole di salvaguardia esigibili e autenticità dei prodotti made in Italy sui mercati internazionali".
Per il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, la giornata sulla Ig è stata "la rappresentazione tangibile del nostro impegno nel tutelare e promuovere le Indicazioni geografiche quale espressione del patrimonio culturale del nostro paese e opportunità per promuovere la qualità in ogni parte del mondo. La Dichiarazione di Bergamo rafforza la nostra azione di tutela delle denominazioni che abbiamo già avviato nei mesi scorsi con gli accordi con le piattaforme di e-commerce attraverso l'Icqrf e ci induce a proseguire su questa strada per mantenere alta la reputazione e la distintività delle nostre produzioni certificate".
L'intervento della Lombardia: lavorare sulla promozione
Al G7GI Meeting ha partecipato anche l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, secondo cui "il sistema di protezione che abbiamo impostato in questi anni non può essere messo in discussione, ma va consolidato e migliorato. Siamo passati dalla fase del prodotto tipico a quello distintivo, che il consumatore può individuare con una certa velocità nel momento in cui questo è noto, conosciuto e tutelato. La promozione resta la grande frontiera sui nuovi mercati, per cui dovremo fare sforzi congiunti superando le divisioni per non perdere quote significative di mercato, perlopiù legate alla macchina amministrativa. Il pubblico non fa politiche di mercato, ma asseconda meccanismi di investimento del privato e delle imprese con opportune modalità".Utile, dunque, per l'assessore Fava "questo dibattito a Bergamo, che ritrova la sua centralità nel panorama agricolo e zootecnico della Regione Lombardia. Portiamo il contributo di una regione che crede che il tema della tutela dei prodotti agroalimentari resti prioritario. Il fatto che questo accada in un dibattito internazionale e lombardo è un fatto positivo".