“Siamo la regione che detiene il record di prodotti a indicazione d’origine con ben 44 specialità – ha sottolineato il presidente della regione Stefano Bonaccini, intervenuto durante l’apertura dei lavori – il nostro export agroalimentare vale quasi 6 miliardi di euro, ma vogliamo continuare a crescere, creando sviluppo ed occupazione. Origo Global Forum è un’occasione preziosa di confronto”.
“Siamo di fronte a un settore che mette al centro la qualità delle materie prime, il legame con il territorio, il rispetto di rigorosi disciplinari di produzione e il contenuto fortemente identitario – ha poi spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli – E' fondamentale promuoverne la diffusione e sostenerne il posizionamento sui mercati, in una fase in cui l’agricoltura mondiale è sempre più sotto pressione dai meccanismi di commodity”.
Origo, in collegamento con Cibus Connect, oltre a essere occasione di confronto con seminari e convegni dedicati, è stata anche un’opportunità interessante di incontri b2b con i grandi buyer internazionali. Dal punto di vista dei numeri, il comparto Dop e Igp mondiale ha toccato la cifra di 2959 prodotti, di cui 23 extra Ue. Il primato europeo è detenuto dall’Italia con 814 prodotti food and wine, con l’Emilia Romagna che primeggia grazie ai suoi 44 prodotti Dop e Igp, oltre a 30 vini a denominazione d’origine.
“Origo è un’iniziativa importante per rilanciare il valore delle produzioni agricole e vitivinicole di qualità Dop e Igp come leva fondamentale di sviluppo economico – sottolinea Mauro Rosati, direttore generale della fondazione Qualivita – le indicazioni geografiche, pur rappresentando elementi fortemente identitari di un territorio, hanno da sempre contribuito alla crescita e alla coesione dell’Europa intera e dei suoi popoli e per questo motivo è necessario continuare a investire sulla loro valorizzazione e tutela a livello globale”.