"Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre piante", "Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia", "Più trasparenza", "Spremiamo l’olio non i produttori" e "Stop agli inganni, salviamo il made in Italy". E' quanto si legge nei cartelli e sugli striscioni dei quasi diecimila gli agricoltori italiani che con i trattori sono scesi in piazza ieri, in occasione della mobilitazione organizzata da Coldiretti per salvare l'oro verde made in Italy, nella Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana.

Alle truffe dell’olio è stata dedicata un'apposita area per le dimostrazioni dal vivo delle frodi e degli inganni più frequenti, mentre il tutor dell’extravergine ha fornito consigli per l'acquisto e il consumo, anche al ristorante. 
Secondo l’indagine online condotta dal sito Coldiretti, nel 33% dei casi sulla tavola al ristorante c’è un'oliera senza alcuna indicazione sul contenuto, nel 43% delle volte una bottiglia di olio con etichetta, ma con tappo che permette il rabbocco e solo nel 24% dei casi viene servita una bottiglia di olio con etichetta e tappo antirabbocco a norma di legge.

Consumi
Per quanto riguarda i consumi, invece, da uno studio Coldiretti presentato ieri, emerge una maggiore presenza di olio spagnolo rispetto a quello italiano nelle bottiglie riempite a livello nazionale che in 2 casi su 3 contengono prodotto straniero proveniente per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia, ma per quasi il 10% da un paese extracomunitario come la Tunisia.
 
"L’Italia - sottolinea Coldiretti in una nota - si classifica come il maggior importatore mondiale per un quantitativo stimato nel 2016 superiore a 500 milioni di chili a fronte di una produzione nazionale di 298 milioni di chili, anche per effetto delle agevolazioni concesse dall’Unione europea che ha appena dato purtroppo il via libera per l'importazione senza dazi nella Unione europea di 35.000 tonnellate in più l'anno che vanno ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi 'agevolati' annuale oltre quota 90mila tonnellate".

L'interno del Mandela Forum di Firenze
  Fonte immagine:
© Coldiretti

Ma una tendenza positiva vede un aumento del 73% dei consumi di olio di oliva a livello mondiale negli ultimi 25 anni. I dati, provenienti dallo studio presentato ieri da Coldiretti, parlano chiaro: è cambiata la dieta dei cittadini di molti paesi, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania. 
 
Grazie a questo trend l'Italia  ha visto un aumento record delle esportazioni di olio di oliva del 12% nel primo semestre del 2016. Come sottolineato in una nota da Coldiretti, i valori vanno dall’aumento del 32% in Cina, dove però le quantità sono ancora ridotte, al +6% in Giappone fino al +9% negli Usa, dove è diretto quasi 1/3 dell’olio di oliva che varca le frontiere nazionali.

Il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha sottolineato: "La credibilità è il fattore di successo sui mercati internazionali dove si affacciano nuovi ed agguerriti concorrenti che vanno affrontati anche con un rinnovato impegno sul piano della sostenibilità ambientale, sociale ed economica".