Nell'etichetta dell'olio non sarà più obbligatorio indicare la data di imbottigliamento. E' arrivato il via libera definitivo dalla Camera dei deputati alla norma, su richiesta di Bruxelles, che prevede solo una definizione generica " da consumarsi entro..." sostituendo il termine di conservazione attuale dei 18 mesi e sarà favorito in questo modo lo smaltimento delle vecchie scorte. La data potrà comunque essere indicata volontariamente dal produttore o dal confezionatore.

Il presidente dell'Unaprol, David Granieri, commenta così la norma: "Il Parlamento italiano avrebbe dovuto mostrare più cautela per la trasparenza in etichetta ma ora serve un impegno per varare una legge che stabilisca il principio di corresponsabilità della Gdo. La grande distribuzione organizzata diventa, come dimostrano le recenti multe comminate dall'Antitrust ad alcuni noti marchi in distribuzione, il luogo dove l'etichetta è l'unico mezzo di comunicazione con il consumatore. Vanno intensificati i controlli perché la Gdo è sempre più spazio di contrattazione dove le regole diventano difficili da applicare perché sfuggenti come gli annunci di prodotti civetta sui volantini. Dobbiamo lavorare perché in tema di sicurezza alimentare, lo strumento di tutela dell'origine, valorizzazione e legame con il territorio diventi sempre più il modello della politica agricola della Ue".
 
Con l'approvazione di questa norma sarà necessario quindi ragionare sul futuro dell'olivicoltura italiana come suggerisce Elia Fiorillo, coordinatore del settore olivicolo dell'Alleanza delle Cooperative italiane che aggiunge: “Serve una maggiore responsabilità gli operatori del settore che comunque non potranno esimersi dai controlli. Bisognerà vigilare per evitare che gli operatori utilizzino questo escamotage per smaltire l'olio vecchio. Una valutazione prudente ci è imposta dalla necessità di una più approfondita analisi delle norme e dell'impatto che avranno. Resta poi il fatto inconfutabile che, al di là delle pur indispensabili norme a tutela dei consumatori, c'è la necessità che il consumatore venga 'formato' con iniziative ad hoc che gli diano gli strumenti conoscitivi per apprezzare gli olii di alta qualità".

Critiche nei confronti della norma arrivano anche dal presidente di Copagri Puglia, Tommaso Battista che sottolinea: "Viene favorito così lo smaltimento di olio vecchio mentre numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l'olio d'oliva perde progressivamente tutte le sue qualità organolettiche. Ma soprattutto è stato inferto un altro duro colpo all'olio extravergine d'oliva made in Puglia che è la principale regione produttrice". La Confederazione critica anche l'abolizione del colore differente delle etichette delle miscele di oli comunitari per distinguerli da quelli made in Italy: "Era proprio il colore diverso dell'etichetta che rendeva riconoscibile dai consumatori il prodotto nazionale da quello proveniente da altri Paesi".