Il prezzo del grano duro fino – minimo 12% di proteine - frena la corsa lungo la discesa nella quale si era avviato quattro settimane fa sulla piazza di Foggia e si ferma anche ieri sui massimi a 248 euro alla tonnellata. Le contrattazioni sono pervenute infatti allo stesso prezzo già fissato sul listino del 9 marzo.  Pari comportamento ha avuto il prezzo minimo, attestato sempre a 243 euro alla tonnellata.

Questa situazione di relativa calma si registra ad una settimana dal tavolo di filiera cerealicola convocato dall’assessore alle Risorse agricole della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, per il 23 marzo. Una convocazione giunta in contemporanea con la manifestazione del Movimento riscatto, che aveva portato in corteo 300 trattori tra Matera e Altamura di Puglia.

Da quanto si desume scorrendo i listini della Borsa merci di Foggia, il prezzo massimo del grano duro fino - all’ingrosso franco partenza luogo di stoccaggio - ha perso dal 13 gennaio al 16 marzo il 6,41% del valore, essendo quotato all’inizio dell’anno ancora 265 euro alla tonnellata.

Il prezzo, dopo le ripetute cadute del 2015, ha ripreso a perdere quota, segnando un –0,75% nella seduta del 20 gennaio scorso. Sono poi seguite quattro settimane di sostanziale stasi, e, infine, una nuova ondata ribassista si è verificata tra il 24 febbraio ed il 9 marzo, comportando un’ulteriore discesa sui valori massimi, attestati da questa ultima data a 248 euro alla tonnellata.

Sulla piazza di Foggia il grano duro fino era stato quotato il 18 marzo 2015 ben 355 euro nei valori massimi mentre era stato assegnato un prezzo minimo di 350 euro. Nel giro di un anno, sulla piazza più importante per l’Italia meridionale, il grano duro fino ha perso così oltre il 30% del proprio valore.