L'Indice “core”, al netto delle componenti a più elevata volatilità, rappresentate dalle voci “ortaggi e frutta fresca”, si è portato a quota 113,5, registrando un andamento piatto rispetto a maggio e una contrazione del -5,1% su giugno dello scorso anno.
La versione “core” ha il pregio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando la dinamica dei prodotti maggiormente esposti a fluttuazioni e più direttamente influenzati da fattori stagionali. Passando per ogni singolo comparto, le risultanze di giugno confermano, nella dinamica mensile, l'evoluzione negativa dei prezzi dei prodotti vegetali (-7,1% rispetto a maggio), che restano però inflativi su base annua.
Il calo congiunturale riflette soprattutto la flessione, fisiologica in questa fase stagionale, delle quotazioni di frutta (-19%) e ortaggi (-9,8%). Leggermente negativa anche la variazione mensile dei prezzi dei vini, mentre cedono appena due decimi di punto le quotazioni dei cereali. Il leggero aumento nel comparto zootecnico (+0,4%) vede piccoli passi in avanti per avicoli, conigli e suini.
Stazionari invece i prezzi dei prodotti lattiero-caseari e in calo i bovini. Su base annua, la flessione generale dell'indice resta ancorata alla dinamica deflativa del comparto zootecnico (-9,1% rispetto a giugno 2014), compensata solo parzialmente dai rincari dei prodotti vegetali (+8,8%). Crescono olio d'oliva e ortaggi, mentre mantengono tendenze negative vini, semi oleosi e cereali.
Con il dato di giugno, conclude l'Ismea, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 entra in terreno negativo, portandosi al meno 0,9% contro il più 1% di maggio. Confermata invece al meno 4% quella calcolata a partire dall'Indice “core”.