Una volta tanto che l'Italia può fare la prima della classe, perché no?
L'Efsa ha pubblicato i risultati delle campagne di monitoraggio dei residui effettuate in Europa e i risultati sono molto positivi.
Più del 97% dei campioni alimentari fra quelli valutati dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare si sono mostrati conformi con le attuali normative, contenendo residui di agrofarmaci che rientrano nei limiti previsti dalla Legge. Circa il 55% dei campioni non presentava invece alcuna traccia di mezzi di difesa. I risultati si riferiscono all'anno 2013 e sono contenuti nella relazione annuale di Efsa circa i residui di agrofarmaci negli alimenti. Un monitoraggio che ha incluso più di 80mila campioni di prodotti alimentari provenienti da 27 Stati membri dell'Ue, ai quali sono stati aggiunti Islanda e Norvegia.

L'Italia mostra valori ancor più rassicuranti, dal momento che sfiora il 99,5% la percentuale di campioni regolari e supera il 60% quella dei campioni con residui sotto i limiti di rilevabilità.

Una volta tanto, il Bel Paese dimostra quindi di saper lavorare bene. Per lo meno, dimostra di saper lavorar meglio di altri, notoriamente visti come mete irraggiungibili su altri settori della vita economica. Come pure si dimostra la vuotezza degli allarmismi reiteratamente lanciati verso i consumatori, dai quali sono in molti ad aspettarsi virate "biologiche" al momento della spesa, visti i fatturati e i margini commerciali ben più appetitosi per le filiere.

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