“Il periodo definito - afferma Laura Barbieri responsabile Caa Coldiretti Piacenza -, può essere caratterizzato sia da colture autunno vernine in fase conclusiva del ciclo sia da quelle primaverili estive in fase di semina o trapianto”.
Nel calcolo delle quote delle differenti coltivazioni, ogni ettaro di superficie a seminativi dell’azienda agricola potrà essere conteggiato una sola volta prendendo in considerazione la coltura che occupa la superficie interessata per il periodo più lungo nell’intero anno e dunque definita come coltura principale.
“Nella definizione della coltura principale, prosegue l’esperta, occorre considerare l’intero anno e non solo il periodo indicato; ad esempio nel caso di successione loietto-mais nel medesimo terreno e nello stesso anno, la coltura considerata principale e che dunque rimane in campo più a lungo, circa 6-7 mesi, è il loietto anche se nel periodo utile ai fini del calcolo greening, si trova in fase conclusiva del ciclo”.
Per consentire la verifica del rispetto delle quote agli organismi pagatori, gli agricoltori dovranno dunque predisporre, prima della presentazione della domanda, l’aggiornamento del piano colturale con tutte le informazioni per identificare le coltivazioni principali.
“Precisiamo - conclude poi Barbieri -, che coltura invernale e coltura primaverile dello stesso genere, su appezzamenti diversi all’interno dell’azienda sono considerate colture distinte. Le aree che comprendono elementi caratteristici del paesaggio protette da condizionalità o considerate come d’interesse ecologico, che siano contenute nei seminativi aziendali, sono considerate parte dei seminativi e concorrono alla determinazione della superficie ammissibile ai fini della diversificazione”.
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Fonte: Coldiretti Piacenza