Queste sono le principali tendenze della produzione che confermano l’andamento di lungo termine del settore cerealicolo mondiale: lo studio condotto dall’area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena mette in rilievo che dal 1960 ad oggi la produzione di mais è quadruplicata anche per l’uso di questo cereale nei biocombustibili: la produzione di etanolo dal mais negli Usa assorbe ormai il 46% dell’intero raccolto di mais statunitense. Da questo punto di vista il mais è considerato un cereale ad alto valore aggiunto.
Crescita notevole anche per la produzione di frumento, che in oltre 50 anni è poco meno che triplicata per l’aumentato fabbisogno alimentare dei paesi in via di sviluppo, mentre il trend di crescita della produzione di riso è stato meno forte, raddoppiando comunque nello stesso arco temporale.
Per quanto riguarda le singole aree produttive, emerge una vocazione assai diversa a livello globale: prevalenza del mais in Nordamerica e in particolare negli Usa (35% la quota di mercato nel mondo); l’Europa a 27 è il maggiore produttore di frumento (circa il 20%) e la Cina domina nel riso ( circa il 30%).
Grande la trasformazione del comparto dovuta all’introduzione degli Ogm (o biotech crops) nel mondo: dal 1996 ad oggi le aree coltivate a transgenico (principalmente soia e mais) sono passate da zero a 175 milioni di ettari, circa il 10% della superficie complessivamente coltivata. Grande successo hanno avuto gli Ogm negli USA e nei paesi emergenti (in particolare in Brasile) mentre scarsissima la penetrazione in Europa dove si sta andando verso una legislazione nazionale per regolare la materia, anche alla luce di quanto stabilito dall’Italia che ha bandito totalmente le semine Ogm.
Per consentire di seguire l’andamento dei prezzi dell’intero comparto cerealicolo domestico, l’area Research di Bmps ha elaborato un indice di prezzo, Mps-Cer, calcolato mensilmente in base ai prezzi fissato nelle borse merci nazionali: l’indice dopo una prolungata fase di consolidamento, è salito del 20% nel periodo ottobre 2013-marzo 2014, facendo registrare un massimo a 375,8 per effetto dell’aumento dei prezzi del riso sul mercato interno.
Lo studio poi affronta le tematiche rilevanti che caratterizzano il settore in Italia: a fronte di un declino preoccupante nella produzione di mais del 20% durante gli ultimi cinque anni per le infestazioni dei parassiti e le avversità endemiche, viene confermata la leadership (insieme al Canada) nel grano duro nel mondo, dove l’Italia ha una quota di mercato dl 12% con una produzione pari a 4,2 milioni di tonnellate.
Partendo da uno studio Ismea del 2012 che mette in evidenza la forte compressione dei redditi dei produttori agricoli, l’area Research di Mps descrive la “filiera corta” come veicolo commerciale al contempo tradizionale ed innovativo per portare direttamente il prodotto al mercato di consumo permettendo ai produttori di trattenere una quota molto maggiore del reddito generato.
Questo anche grazie allo sviluppo dell’agricoltura biologica, che ha creato un settore che nel 2013 è cresciuto dell’8% e coinvolge 45mila addetti generando circa 3 miliardi di euro di fatturato.
Scarica lo studio completo
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Banca Monte dei Paschi