E’ questo uno degli spunti che emergono dallo studio “I numeri la qualità e il valore dei vini d’eccellenza certificati nell’ultimo anno”, presentato oggi al Vinitaly da Ismea e l’Icqrf.
Dal punto di vista strutturale, il Prosecco si è distinto per una marcata dinamicità. Con una produzione certificata di oltre 1,8 milioni di ettolitri, in crescita del 27% su base annua, e una analoga produzione imbottigliata, aumentata di quasi il 25%, il Prosecco Dop consolida ulteriormente la sua leadership nel segmento delle denominazioni di origine.
Nel complesso il sistema delle Dop italiane, anche a causa della scarsa vendemmia 2012, ha registrato una limitata progressione sia in termini di produzione certificata (+3%) che di prodotto imbottigliato (+0,8%).
Primo tra le Dop anche sul circuito dello sfuso, il Prosecco ha generato nel 2013, secondo le stime Ismea, un giro d’affari all’origine di quasi 220 milioni di euro, con un’incidenza dell’12% sul totale dei vini Dop.
Quanto ai consumi interni, le elaborazioni Ismea su dati Symphony Iri indicano un andamento in controtendenza per le bollicine italiane rispetto ai vini fermi. Mentre questi ultimi frenano del 5% seppure in presenza di una crescita del 3% della spesa, gli spumanti, e tra questi segnatamente i secchi ottenuti con metodo Charmat (tra cui appunto il Prosecco), realizzano performance migliori sia in quantità che in valore, mettendo a segno rispettivamente un + 8% e un +9%.
Oltre che in Patria spumanti & co. tirano anche all’estero. Le elaborazioni Ismea su dati Istat indicano al riguardo, oltre a un incremento dell’export in valore (+18%), un'eccellente performance in termini quantitativi (+13%), in controtendenza rispetto all’andamento intero settore vinicolo.
In questo segmento a trainare la domanda estera è stata la voce "altri spumanti Dop" (che comprende il Prosecco), con incrementi in volume e in valore di circa il 27%.
Tra i principali mercati di destinazione spicca il Regno Unito che, con un balzo in avanti del 40% degli ordinativi, è primo per quantitativi acquistati. Gli Usa mantengono invece il primato tra i big spender con un incremento del 13% (+18% la spesa). La Germania, terzo cliente per le bollicine italiane, ha invece ridotto del 16% gli acquisti. Avanti tutta l’export in Russia (+29% in quantità, +53% in valore), con buoni sviluppi anche nei mercati scandinavi e nei paesi baltici.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Ismea