Gianpietro Losapio, 43 anni, impegnato professionalmente da oltre 15 anni nel mondo della cooperazione sociale è stato eletto dall’Assemblea nazionale presidente di UeCoop, l’Unione europea delle Cooperative che rappresenta oltre 4.000 cooperative che operano in tutti i settori cooperativi (agricoltura, pesca, produzione lavoro, sociale, abitazione, cultura, turismo e sport) alla quale fanno capo oltre mezzo milione di soci presenti in tutte le regioni.

"Losapio - sottolinea UeCoop - ricopre attualmente il ruolo di presidente della Coop. Soc. Comunità Oasi 2 San Francesco onlus, attiva in Puglia sin dal 1986 e di direttore del Consorzio nazionale di coop. sociali Nova onlus, una delle realtà italiane maggiormente impegnate sui temi dell’innovazione nel campo delle politiche sociali e del welfare comunitario". Sposato con due figli ha ricoperto incarichi come fundraiser in primarie organizzazioni nazionali e come project manager di azioni comunitarie, nazionali e regionali sui diversi temi del sociale, con esperienze anche nel campo della gestione di servizi pubblici locali.

"Rivoluzionare una rappresentanza fatta di quantità, numeri, crescita a tutti i costi, con l’ansia di occupare e coprire spazi per l’automantenimento che ha spesso dimenticato i principi alla base della mutualità e della cooperazione”. E’ questo uno degli obiettivi del neo presidente di UeCoop Gianpietro Losapio enunciati al momento dell’elezione nell’annunciare la promozione di un Codice etico di autoregolamentazione, ispirato al rispetto dei principi costituzionali e normativi alla base della mutualità. "L’etica che si chiede alla politica e alla pubblica amministrazione deve essere innanzitutto etica di impresa - ha precisato Sapio – nel sottolineare che la brutta cooperazione non ha fatto male a se stessa meno di quanto non ne abbia fatto al sistema intero”. La cooperazione deve fare dell’innovazione una pillar strategy non semplicemente con l’introduzione di nuove tecnologie ma introducendo nei processi organizzativi un approccio permanente di apertura a ciò che è nuovo, - ha precisato Losapio - fare cooperazione deve significare saper fare cose antiche in modo nuovo”.

"La cooperazione a cui penso – ha continuato Losapio - è quella che neanche si concepisce al di fuori del rapporto col suo territorio di riferimento e che sa riconnettersi alle nuove generazioni. Il passaggio dal welfare state al welfare community di questi anni, che ha tagliato del 75 per cento le risorse, si è consumato – ha denunciato Losapio -  a suon di tagli del governo centrale, sulla pelle degli enti locali e in ultima battuta sulla pelle dei cittadini, in particolare di quelli esclusi e in povertà che sono saliti a 5,8 milioni. Cade di fatto l’universalità dei diritti costituzionalmente sanciti, mentre esistono varchi enormi di spreco e inefficienza dei sistemi. Ciascuno dovrà predisporsi a fare la sua parte perché il welfare del futuro sarà la cifra della tenuta del tessuto democratico e del futuro stesso dell'Italia. UeCoop – ha concluso Losapio - ha il dovere di costruire un pensiero lungo su questo e disegnare possibili scenari per ricostruire il filo della fiducia sociale, senza la quale alcuna attività è possibile.