Ottavo trimestre consecutivo negativo per l'agricoltura lombarda. Due anni di difficoltà che hanno compromesso redditività delle imprese e messo a rischio la loro sopravvivenza.
"Paghiamo i costi del sistema che gravano su questo comparto" ha detto ieri l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava, intervenendo alla presentazione dei dati relativi al quarto trimestre del 2013, insieme al presidente di Unioncamere Lombardia Francesco Bettoni. L'indagine congiunturale è promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, in collaborazione con le associazioni regionali dell'Agricoltura

"Non tutti i settori sono colpiti allo stesso modo. Se ad esempio, per il latte si può parlare di inversione di tendenza - ha detto Fava - continua la forte criticità sul comparto suinicolo".

La soluzione per uscire dalla crisi? Investire nelle proprie risorse, "come ha fatto la Francia - ha ricordato l'assessore - che per evitare la chiusura di un settore dalla forte caratterizzazione territoriale è intervenuta stanziando 15 milioni di euro per la suinicoltura. Senza temere moniti da Bruxelles per quanto riguarda gli aiuti di Stato. Credo che, evitando strappi istituzionali e rispettando le norme, ci sia la possibilità da parte nostra di trovare soluzioni alternative. Dobbiamo farlo. Se vogliamo che questi dati abbiano un'inversione di tendenza, entro il 2015, dobbiamo mettere risorse per gli agricoltori. Semplicemente perché gli altri, in tema di incentivi, fanno lo stesso".

Fava ha ricordato che il mondo agricolo lombardo può contare su 133 milioni in più sul secondo pilastro, a fronte di un calo di 308 milioni di euro sul bilancio regionale. "Non abbiamo paura di stanziare risorse, anzi vogliamo fare il contrario. Abbiamo fatto la scelta come Lombardia di anticipare la Pac e lo rifaremo. Vogliamo però che il sistema trovi equilibrio: anticiperemo parte della programmazione, allocando risorse al 2014 attraverso misure di intervento in settori di particolare criticità: impianti, giovani, montagna. Se aspettassimo un altro anno, ci ritroveremmo qui per commentare altri dati negativi".

I fattori che danneggiano la redditività delle imprese rimangono gli elevati costi di produzione, sebbene diverse voci di costo abbiano interrotto la corsa all'aumento nell'ultimo trimestre e la debolezza della domanda, che non mostra invece segni di ripresa dei consumi e non permette quindi aumenti sui prezzi di vendita. A queste criticità ormai persistenti si sono aggiunte condizioni climatiche non favorevoli lungo tutto il 2013. Tutti gli indicatori rilevati dall'indagine mantengono segno negativo, con valori simili o peggiori rispetto al trimestre passato, ma evidenziando ampia variabilità da un settore all'altro.

Comparto vitivinicolo e lattiero-caseario beneficiano di dinamiche di prezzo più favorevoli e di una domanda tonica a livello internazionale, mentre ortaggi e florovivaismo risentono pesantemente degli effetti negativi delle condizioni meteorologiche e del calo della domanda. Molto penalizzato anche il comparto cerealicolo, che oltre alla flessione produttiva causata dai livelli eccezionali delle precipitazioni ha registrato un crollo delle quotazioni durante la campagna di commercializzazione.