"In questa fase drammatica, con la disoccupazione giovanile mai così alta dal 1977 a quota 41,6%, non si può trascurare il ruolo anticiclico dell’agricoltura, che per tutto il 2013 ha dimostrato di saper creare nuovi posti di lavoro. Nelle campagne ci sono molte opportunità, soprattutto per le nuove generazioni, che la politica ora deve incentivare". Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi dall’Istat su occupati e disoccupati a novembre.

"Nell’ultimo anno in agricoltura sono stati proprio i giovani a contribuire in modo più significativo alla crescita del lavoro dipendente - ricorda la Cia - visto che gli occupati con meno di 35 anni sono aumentati del 5,1%".

Non si possono sottovalutare neppure le indicazioni che arrivano dalle università - sottolinea ancora la Cia -. Secondo i dati pubblicati di recente da Almalaurea, un agronomo su due trova lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo, e quasi uno su tre con un contratto stabile. Dall’inizio della recessione la facoltà di Agraria ha fatto registrare un picco di immatricolazioni superiore al 40%, a fronte di un crollo generalizzato delle iscrizioni di oltre il 12% in cinque anni.

Anga: ripartire dall'agricoltura
“Come imprenditore e presidente di un’associazione giovanile non posso che essere preoccupato per una situazione che sta mettendo un’intera generazione fuori mercato. L’economia riparte solo se riparte il lavoro”. Lo ha detto Raffaele Maria Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura commentando i dati sull’occupazione diffusi dall’Istat, che vedono  un’ulteriore diminuzione degli occupati a novembre dello 0,2% rispetto al mese precedente (-55 mila) e del 2,0% su base annua (-448 mila).

“E’ gravissimo che un giovane italiano su dieci non lavori. Sono convinto che le imprese agricole, se messe nelle condizioni di farlo – osserva Maioranopossano offrire possibilità ed opportunità concrete e preziose, soprattutto per i giovani”.
L’occupazione in Italia, per l’Anga, potrà ripartire puntando sull’agricoltura, in particolare sull’alimentare e sull’agriturismo. Cibo e Bel Paese incarnano l’immagine vincente dell’Italia nel mondo e il nostro settore può offrire opportunità ai giovani. L’export agroalimentare registra performance positive, un’opportunità che va assolutamente colta. Nonostante gli effetti perduranti della crisi ed il susseguirsi delle calamità naturali, che hanno fatto perdere reddito ed occupazione, tra 300 e 500 mila persone vengono assunte ogni anno dalle imprese associate a Confagricoltura.