Battuta d’arresto per l’agricoltura, che nel 2012 risente della crisi del Paese, ma l’export continua a crescere. Questa è la fotografia che emerge dalle prime istantanee tratte dall’Annuario dell’agricoltura italiana 2012, pubblicato dall’Inea, che sarà in distribuzione durante la presentazione che si svolgerà il prossimo gennaio.

L’agricoltura registra una riduzione di reddito complessiva del -4,4%, in parte legata al forte ridimensionamento degli investimenti aziendali (-9,6%) causati dalla stretta creditizia e alle difficili condizioni di contesto (cattivo andamento climatico e diffusione di alcune fitopatie). Cresce, invece, il fatturato dell’industria alimentare (+2,3%) spinto dall’export del made in Italy, in particolare i vini (soprattutto gli spumanti con +15,8% rispetto al 2011), i prodotti dolciari (+15,2%), i salumi e i formaggi. L’occupazione tiene (circa 850.000 occupati, di cui il 29% è rappresentato da donne), ma si conferma alto il livello di lavoro irregolare, pari a quasi un quarto del totale. Cresce la presenza di lavoratori stranieri, anche se caratterizzata da una forte stagionalità dei rapporti di lavoro. A livello settoriale risultano penalizzate le coltivazioni agricole, mentre crescono la zootecnia e, soprattutto, le attività di supporto all’agricoltura (+5,6%), che pesano per circa il 13%.

Allarma la ridotta capacità di spesa dei consumatori, che causa una minore attenzione alle caratteristiche qualitative dei prodotti acquistati (il 16% della popolazione si trova in condizioni di grave disagio nutrizionale). Al contempo, si registra la crescita della domanda di prodotti e alimenti biologici (+4,8% di produttori e +6,4% di superficie coltivata, che incide per il 9,1% sulla Sau totale).
Tra le attività di diversificazione spicca l’agriturismo e il turismo rurale, che pesano per l’1,7% sul valore della complessiva produzione agricola nazionale. Nel 2012, tuttavia, il comparto ha registrato alcune difficoltà, dovute alla contrazione del turismo interno, colpito dalla crisi economica. Inoltre, il numero di aziende agricole autorizzate è rimasto sostanzialmente stabile, diversamente da quanto accaduto negli anni precedenti.

"Il 2012  spiega il presidente dell’Inea, Tiziano Zigiotto – può essere considerato una delle annate più difficili per l’agricoltura italiana dall’inizio del XXI secolo, testimoniata dal brusco calo produttivo, in termini sia di valore della produzione sia di valore aggiunto, ma soprattutto la crisi della domanda interna, dovuta alla netta riduzione dei consumi legata alla perdita del potere d’acquisto delle famiglie. Nonostante questo, l’agricoltura ha rivelato importanti segnali di forza e vitalità. Il costante rafforzamento delle attività di supporto all’agricoltura, indice di una volontà di diversificare l’attività primaria e il miglioramento delle relazioni commerciali, sostenute da un grande patrimonio di credibilità internazionale: il made in Italy. Ma non solo. Il sistema delle certificazioni e l’intensificarsi delle relazioni tra agricoltura e società civile. Tutto ciò lascia ben sperare per la tenuta dell’agricoltura italiana nel prossimo futuro".


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