"I Nas di Padova e gli esperti di Siquria Spa hanno sventato una frode ai danni dei consumatori e dei veri produttori di vino della Valpolicella. Il nostro plauso va agli organismi di controllo, in un periodo in cui le logiche di massificazione di un prodotto unico al mondo possono anche portare a degenerazioni e truffe come quella di oggi". Lo ha detto il presidente delle Famiglie dell'Amarone (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato), Marilisa Allegrini a commento del sequestro, ad opera dei Nas di Padova, di 800 quintali di uva rossa destinati all'appassimento per falso Recioto e Amarone e 35mila litri di vino che stavano per divenire Valpolicella Doc.

"Sebbene il caso sia isolato e il quantitativo minimo, benchè da condannare, - ha proseguito Allegrini - occorre oggi più che mai tenere alta la guardia a difesa di un patrimonio di Verona e del Paese intero. Quanto accaduto è l'esatto contrario rispetto ai valori secolari custoditi dai produttori onesti e dai rappresentanti delle Famiglie dell'Amarone, che da tempo denunciano una controproducente e soffusa tendenza verso politiche al ribasso, nel prezzo e nella qualità, del prodotto di punta della Valpolicella. Occorre ribadire - ha concluso la presidente - che l'Amarone non può essere in alcun modo un vino a buon mercato, in quanto esige scelte di vigneto e di uva e una qualità senza compromessi e fraintendimenti, a partire dai costi di mantenimento dei vigneti sino al calo ponderale della produzione, ai costi di lavorazione, e tanto altro".