Tempo di bilanci per il vino bio a quasi un anno di distanza dall'entrata in vigore della nuova normativa che ne definisce i requisiti.
L’Osservatorio Wine Monitor Nomisma analizza un segmento in grande “fermento”, testimoniato dalla crescita delle superfici investite a vite biologica (+67% tra il 2003 e il 2011) e dalle buone performance nell’export.

I dati elaborati da Wine Monitor Nomisma mostrano le ottime opportunità per il vino bio italiano sul mercato statunitense. Considerando esclusivamente il canale al dettaglio (al netto quindi dell’Horeca), il 27% dei vini venduti nel 2012 negli Stati Uniti è d’importazione: l’Italia su tale canale detiene una quota del 25%, superata solo dall’Australia (35%). In tale ambito, se si guarda ai soli vini biologici lo scenario diverge notevolmente. Guidano il Cile (con una market share sui vini bio importati del 45%) e l’Argentina (19%). L’Italia è terza, con una quota del 13%.

In base agli accordi di equivalenza e del mutuo riconoscimento tra Ue e Usa, dal primo giugno 2012 è possibile vendere vino bio oltreoceano senza necessità della ri-certificazione da parte statunitense, come accadeva in passato. In altre parole, il contesto di mercato sembra essere favorevole a una crescita delle esportazioni di vino biologico italiano: tutto dipenderà dalla capacità delle imprese di organizzarsi per raggiungere mercati sempre più distanti, la cui lontananza geografica può però non facilitare le aziende di piccole e piccolissime dimensioni, che rappresentano la tipologia più diffusa nella produzione di vino bio.

Meno bene invece il mercato interno, con i consumi fiaccati dalla crisi. Il 2013 si è aperto con dati sulle vendite in brusca frenata: i prodotti alimentari hanno subito una contrazione del -2,9% nel primo bimestre 2013 sullo stesso periodo del 2012. In un contesto così negativo emergono poche eccezioni. Il biologico è una di queste: le vendite alimentari nella grande distribuzione sono cresciute di un buon 7,3%.

Dalla ricerca di Wine Monitor è emerso che oggi in Italia il 53% delle famiglie acquista un prodotto alimentare biologico e il 5% di queste compra vino bio. Questo significa che sul 2% delle tavole delle famiglie italiane è presente il vino biologico in almeno una occasione.

In questo panorama il  vino biologico è ancora una nicchia di mercato, ma in forte una crescita. In Italia il 6,5% degli ettari vitati è biologico (secondo posto al mondo, solo dopo l’Austria e a fronte di una media mondiale del 2%); anche in valore assoluto l’Italia è medaglia d’argento: con quasi 53mila ettari vitati bio è superata solo dalla Spagna (57mila ettari, +430%).
Ci sono poi tanti altri segnali che testimoniano la crescente attenzione verso questi prodotti, come per esempio i riconoscimenti internazionali. I vini biologici italiani stanno infatti conquistando premi non solo nella categoria dei vini bio, ma anche in termini assoluti.

Il documento completo sul mondo del vino e sul vino biologico è disponibile agli abbonati di Wine Monitor su www.winemonitor.it.