Le giovani imprese hanno la metà delle possibilità di accedere al credito rispetto a quelle adulte. E' quanto emerge da una indagine Coldiretti, condotta insieme a Swg, sulle imprese agricole condotte da under 30.

 

Il dato è particolarmente negativo se si considera la storica inversione di tendenza in atto: per la prima volta da almeno dieci anni, nel secondo trimestre del 2012 i giovani agricoltori titolari di imprese individuali iscritte alle Camere di Commercio sono aumentati (del 4,2%). Secondo un'analisi Coldiretti su dati Movimprese, sono oggi attive in agricoltura 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30 anni che però nel 17% dei casi indicano proprio nella difficoltà di ottenere finanziamenti un ostacolo allo sviluppo.

 

"Occorre investire in attività di accompagnamento alla progettazione, adeguati meccanismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestiti dai confidi come Creditagri Italia", ha affermato il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Vittorio Sangiorgio. Una necessità per non mortificare la voglia di fare impresa che sta crescendo in agricoltura: non è un caso che, secondo l'indagine Coldiretti/Swg, la metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l'impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%).

 

Un cambiamento che si riscontra anche a livello scolastico con gli istituti agrari che, sottolinea la Coldiretti, hanno aumentato dell'11% il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei licei, secondo i dati 2012 del ministero dell'Istruzione. Dall'indagine Coldiretti/Swg emerge che il 36,5% dei giovani sotto i 30 anni ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56% media (scuole superiori) e il 6,5% bassa (scuole medie).

 

La ripresa è stata favorita non solo dalle caratteristiche anticicliche del settore in tempi di crisi, ma soprattutto dall'allargamento dei confini dell'attività agricola che, grazie alla legge di Orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001), ha di fatto rivoluzionato l'attività d'impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti Comuni per la cura del verde pubblico.