Tutelare il territorio dalla cementificazione. Questo è, secondo Confai, il modo migliore per proteggere l'Italia dal consumo selvaggio di suolo. La forte espansione di aree urbanizzate, spesso supportata da una pianificazione illogica ha portato a risultati preoccupanti per il futuro del comparto primario.

Le nuove tecnologie, come i sistemi satellitari Gps, permettono un monitoraggio dei terreni, favoriscono un utilizzo consapevole di mezzi tecnici e consentono una pianificazione delle operazioni colturali, aiutando così a tutelare il suolo.

Inoltre, tenuto conto che il fabbisogno alimentare richiede maggiori sforzi produttivi da parte del settore primario e non dismissioni di suolo per l'agricoltura, si potrebbe utilizzare terre incolte e aree demaniali oltre a una maggiore razionalizzazione dell'installazione degli impianti riguardante le agroenergie, settore che Confai ritiene strategico nell'ottica della multifunzionalità e nella diversificazione del reddito agricolo.

Difatti, secondo la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, se deve essere giudicato positivo il divieto di utilizzo del suolo per l'installazione di pannelli fotovoltaici, è bene valutare attentamente anche l'impatto sul terreno dei cosiddetti impianti fotovoltaici 'sospesi', in quanto si stanno riscontrando maggiori difficoltà nell'effettuazione delle lavorazioni dei terreni sottostanti, cosa che potrebbe favorire l'abbandono del loro utilizzo a fini produttivi agricoli.

Assolutamente positivo il ddl che il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha annunciato contro il consumo di suolo, iniziativa che trova pieno appoggio di Confai.