La cultura e le consuetudini alimentari hanno un ruolo determinante nel caratterizzare le percentuali di importazione ed esportazione dell’olio di oliva, il cui consumo medio procapite oscilla fra i 18 kg della Grecia agli 11-12 kg di Spagna e Italia, e scende sensibilmente a poche decine e centinaia di grammi nei paesi privi di un vissuto consolidato del prodotto. Al mercato internazionale dell’olio di oliva però si affacciano sempre di più nuovi importatori, come nel caso della Russia, la cui alimentazione non comprende tradizionalmente questo alimento.
“L’olio di oliva è in perfetta armonia con il regime alimentare russo - ha spiegato Raffaele Sacchi, professore di Scienza degli Alimenti presso la facoltà di Agraria dell’Università di Portici - L’olio extravergine viene apprezzato sia per le sue caratteristiche nutrizionali sia per via del suo aroma. E' ovvio che nella dieta mediterranea, l’olio è l’elemento principe. Ma anche nello stile di cucina russa l’olio di oliva si armonizza più o meno con tutto. In particolare può fornirle maggiore equilibrio tramite i suoi grassi mono-insaturi, prevenendo in tal modo le patologie arteriose. L’alimento può entrare in sinergia con tutte le verdure che si consumano abitualmente in Russia. E' inoltre da tenere presente come l’olio extravergine mantenga i suoi effetti benefici anche nella cottura: in virtù della sua carica anti-ossidante infatti, protegge e preserva le caratteristiche nutrizionali degli altri alimenti”.
Il professor Sacchi ha partecipato come relatore del seminario che si è tenuto a Mosca, organizzato dal Ceq, Consorzio dell’Extravergine di Qualità e co-finanziato dal ministero delle Politiche agricole e dall’Unione europea. “Noi consigliamo il consumo dell’olio extra vergine di oliva a qualsiasi età, ha aggiunto il professor Sacchi. Se nel bambino esso può avere una funzione, nell’anziano ne può avere un’altra: ad esempio quella di prevenire le malattie grazie alla sua funzione anti-infiammatoria”, ha concluso.
“Il Consorzio è sempre più impegnato a diffondere una cultura dell’olio extravergine presso i Paesi che si affacciano da poco a questo mercato”, ha affermato il presidente del Ceq Elia Fiorillo. “Lo facciamo con un occhio rivolto al futuro, cercando di mantenerci in una prospettiva sempre più europea: al di là degli interessi di carattere particolaristico, e con la consapevolezza che le strategie di mercato dell’olio extravergine devono essere sorrette da convincenti campagne di sensibilizzazione. In particolare è bene che i consumatori dei Paesi extra Ue vengano informati sulle diverse caratteristiche dell’alimento, di modo da poter riconoscere la qualità dell’olio di oliva che siamo impegnati a promuovere. Questo è lo spirito con cui stiamo portando avanti le nostre campagne in Russia, in India e in Cina”, ha concluso.
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Fonte: Ceq, Consorzio di garanzia dell'olio extra vergine di oliva di qualità