"La conferma della necessità di agire subito per contrastare i cambiamenti climatici al centro della conferenza di Durban viene anche dal fatto che il 2011 in Italia si classifica al sesto posto tra gli anni più caldi da oltre due secoli". Lo sottolinea la Coldiretti, sulla base delle rilevazioni dell'Isac-Cnr, Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna, fa notare che il 2011 è stato l'anno in cui si sono moltiplicati gli eventi estremi, con frane ed alluvioni che hanno portato alla perdita di numerose vite umane. 

In Italia l'anno meteorologico 2011 ha fatto segnare temperature medie superiori di 0,88 gradi rispetto alla media di riferimento del periodo 1971-2000, andamento, osserva la Coldiretti, in linea con quanto avvenuto a livello globale, dove la temperatura media registrata e' stata la decima più calda di sempre. 

"Le alte temperature registrate - afferma l'associazione agricola - evidenziano l'importanza di agire al più presto per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, che si fanno sentire con particolare intensità nelle campagne. L'impresa agricola - conclude la confederazione - deve interpretare il cambiamento ed i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio".

Confeuro: 'Gravi le condizioni di salute della Terra'

"In un panorama globale di recessione economica a tinte forti è passata sotto silenzio la conferenza sui cambiamenti climatici svoltasi a Durban". Lo fa notare il presidente della Confeuro, Rocco Tiso, dicendosi preoccupato per il nulla di fatto con il quale si è conclusa la conferenza. 

"I governi dei Paesi più sviluppati - sottolinea Tiso - non sono riusciti a varare un accordo unitario, mentre la loro attenzione dovrebbe essere maggiormente rivolta alle gravi condizioni di salute della terra, che si sta avvicinando sempre più velocemente a cambiamenti irreversibili".