"Almeno 50mila tonnellate di ottime e sane verdure italiane sono andate perse perché invendute negli ultimi 10 giorni a causa del calo nei consumi interni e del crollo delle esportazioni a partire da paesi come la Germania che rappresenta il principale mercato estero di sbocco dell'ortofrutta made in Italy". 

Lo afferma la Coldiretti in relazione agli effetti della psicosi nei consumi determinata "dalle false accuse, dai ritardi e dalle incertezze nella gestione dell'emergenza determinata dall'epidemia di Escherichia coli in Germania". 

"Dopo le rassicurazioni del ministro della Salute Ferruccio Fazio, il danno economico - sottolinea la Coldiretti - è l'unico vero rischio certo per l'Italia. Dall'inizio dell'epidemia è andata perduta - calcola la Coldiretti - una quantità di prodotto in grado di garantire il giusto apporto di ortofrutta all'intera popolazione italiana per più di 2 giorni, considerato che 400 grammi è la dose minima giornaliera indicata dall'Oms".

La 'psicosi da contagio' costa 600mln di euro agli agricoltori europei

"A due settimane dall'esplosione dell'epidemia di E. coli, il panico ha contagiato tutta l'economia e l'inevitabile psicosi nei consumi dell'ortofrutta, che si è scatenata tra i consumatori Ue, continua a provocare danni enormi a tutto il sistema agroalimentare. Tra lo stop dell'export, l'annullamento degli ordini e delle scorte, il fermo dei prodotti alle dogane, il crollo dei prezzi di verdura e frutta fresca e la distruzione di tutto l'invenduto, le perdite complessive per gli agricoltori europei ammontano a quasi 600 milioni di euro". 

Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori sulla base di un'indagine preliminare presentata in occasione della 5° Conferenza economica in corso a Lecce. 

"L'Italia - sottolinea la Cia - rischia di pagare un conto molto salato, in quanto è uno dei maggiori produttori europei di ortofrutta, con oltre un milione e 230 mila ettari coltivati a ortaggi, agrumi e frutta e 610mila aziende per una Plv annua stimata in 12,3 miliardi di euro, di cui quasi un terzo (4,2 miliardi) destinata alle esportazioni".