Il rilancio dell'agricoltura e il ritorno alla terra nel rispetto del valore del lavoro sono stati gli argomenti di cui il Papa ha parlato ieri nel discorso che ha preceduto l'Angelus. L'occasione è stata la Giornata del Ringraziamento promossa dalla Cei, che ogni anno celebra la domenica successiva all'11 novembre, inizio dell'annata agraria.
"Occorre puntare - ha affermato Benedetto XVI° - in modo veramente concertato, su un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile, a nessuno manchino il pane e il lavoro, e l'aria, l'acqua e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali".
"Bisogna rivalutare l'agricoltura non in senso nostalgico ma come risorsa indispensabile per il futuro - ha aggiunto Papa Benedetto XVI° ricordando che - non pochi giovani hanno già scelto questa strada, anche diversi laureati tornano a dedicarsi all'impresa agricola, sentendo di rispondere così non solo a un bisogno personale e familiare, ma anche a un segno dei tempi, a una sensibilità concreta per il bene comune".
"La crisi - ha spiegato il Pontefice - é un sintomo acuto che si è aggiunto ad altri ben più gravi e già ben conosciuti, quali il perdurare dello squilibrio tra ricchezza e povertà, lo scandalo della fame, l'emergenza ecologica e, ormai anch'esso generale, il problema della disoccupazione".
Il Papa ha esortato a "prendere sul serio la crisi economica". Serve lavoro, la cui "importanza" per l'umanità non va mai dimenticata. Ha detto appellandosi ai Paesi "di antica industrializzazione" perché abbandonino "stili di vita improntati a un consumo insostenibile, dannosi per l'ambiente e per i poveri", il Pontefice ha descritto come "tentazione" le economie più dinamiche che, in un momento di crisi come l'attuale, è diventato "ricorrere ad alleanze vantaggiose" ma "gravose per gli stati più poveri", con un prolungamento di "situazioni di povertà estrema di masse di uomini" e il prosciugamento delle "risorse naturali" della terra, "affidata da dio creatore all'uomo affinché la coltivi e la custodisca".
Coldiretti: 'Siamo grati per il riconoscimento che il Papa ha dato all'agricoltura'
"Siamo grati al Santo Padre per l'importante riconoscimento che ci conforta e ci responsabilizza nel nostro impegno per garantire un futuro all'agricoltura italiana". Lo ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini nell'esprimere ringraziamento per le parole del Santo Padre che nel corso dell'Angelus.
"L'invito del Santo Padre è un incoraggiamento per i quasi centomila giovani che hanno deciso di costruire il loro futuro di lavoro nelle campagne dove rappresentano la componente più dinamica ed innovativa del settore agricolo, nonostante le difficoltà da affrontare ogni giorno", ha aggiunto il delegato nazionale di Coldiretti giovani impresa, Vittorio Sangiorgio nell'esprimere anche'egli apprezzamento per le parole del Papa.
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Fonte: AgricolturaOnWeb