Crollano gli investimenti in agricoltura. Erano già in calo (-4,7% nel 2007, -2,7% nel 2008) ma nel 2009 si è registrato un tracollo: -17,4%. Certo è andata male in tutti i settori dell’economia italiana, per colpa della crisi mondiale, ma quello dell’agricoltura è il comparto in cui si è investito di meno (la media degli investimenti nazionali nel 2009 è di -12,1%). Lo ha sottolineato a Cuneo il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, intervenendo all’assemblea degli associati provinciali, a commento dei dati Istat, sugli investimenti fissi lordi.
“Un settore che non investe, non scommette sul futuro. Non può esserci ripresa senza investire ed innovare, servono incentivi per le Pmi agricole”, ha detto Vecchioni. L’incontro con gli agricoltori a Cuneo è stato dedicato proprio ai “progetti per l’agricoltura”, a quel “Futuro fertile” che l’Organizzazione degli imprenditori agricoli sta delineando, con uno sforzo progettuale e propositivo per rilanciare l’agricoltura italiana e per dare un futuro alle imprese del settore.
“La crisi degli investimenti si accompagna alla diminuzione del valore aggiunto (-7,4% dal 2004) e dei redditi (-21% nel 2009) - ha evidenziato il presidente di Confagricoltura - Inoltre negli ultimi dieci anni le imprese agricole registrate alle Camere di Commercio sono calate del 20%, ovvero da oltre un milione a circa 840 mila. Sono tutti segnali delle enormi difficoltà che si vivono nelle campagne”.
“Va migliorato - ha insistito Federico Vecchioni - il contesto in cui operano le imprese, a partire dalla semplificazione. Secondo una recente analisi le sole Pmi sopportano un carico burocratico che ha un costo di 16 miliardi, pari ad oltre l’1% del Pil nazionale”. E bisogna utilizzare i fondi per lo sviluppo rurale, risorse preziose che certo non possono essere dispersi: “Occorre chiedersi subito quale politica di sviluppo rurale serva alle nostre imprese - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - Al di là delle misure a superficie ed a capo (agro ambiente, indennità compensative) bisogna utilizzare le risorse dei piani di sviluppo rurale per investire e per incentivare a migliorare la qualità delle produzioni. La velocità di spesa non è elevata su questi capitoli e dobbiamo fare delle analisi più puntuali per verificare se la programmazione è stata corretta e se gli strumenti (così come le procedure di gestione) sono adeguati alle esigenze delle imprese”.
“Sono indispensabili - ha concluso Vecchioni - misure dirette a favorire alle imprese l’accesso al credito, con una duplice finalità: agevolare, per gli imprenditori, il raggiungimento di un maggiore equilibrio finanziario attraverso l’attivazione di operazioni creditizie di ristrutturazione e consolidamento, e garantire la possibilità di usufruire di una sospensione dei pagamenti relativamente alle esposizioni creditizie. Se il secondo punto trova una parziale risposta nelle misure contenute nell’ ‘Avviso comune’, la cui scadenza è stata tra l’altro proprio in questi giorni prorogata al 31 dicembre 2010, per il primo punto sarebbe importante l’attivazione di agevolazioni per facilitare l’accesso alle operazioni creditizie di trasformazione e consolidamento delle passività in essere, attraverso anche la disponibilità di strumenti di garanzia al credito”.
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Fonte: Confagricoltura