Vacca pazza non ha insegnato nulla e il bluff influenza aviare non è bastato, i giornali non hanno resistito alla tentazione di mettere in prima pagina il mostro, questa volta sotto le vesti dell’influenza suina. Ed è stata una rincorsa al titolo più catastrofico, eccone una (incompleta) carrellata: “Contagi anche negli Usa. L’Oms: rischio pandemia. Virus dai maiali all’uomo. Messico, decine di morti” (Corriere della Sera, 25 aprile). “L’influenza suina fa paura. L’Oms: potrebbe dilagare” (Avvenire, 26 aprile). “Suini, il virus dilaga, paura a New York” (Carlino-Nazione-Giorno, 26 aprile). “”Virus che uccide, allerta mondiale” (Corriere Nazionale, 26 aprile). “Influenza da suini, morti a raffica in tutto il Messico” ( Il Tempo, 27 aprile). E si continua con “La febbre suina è già in Europa” (Avvenire, 28 aprile). Pochi i giornali, purtroppo, che non si sono fatti prendere la mano. Fra questi “Il Giornale” del 27 aprile che al tema degli allarmi alimentari ha voluto dedicare un ampio servizio ricordando i tre miliardi di euro buttati al vento nel prevenire catastrofi che si sono poi rivelate solo fantasie. E' ancora “Il Giornale” che il 28 aprile dà voce ad un virologo per spiegare, senza allarmismo, le caratteristiche dalla malattia. Anche “La Repubblica” del 27 aprile getta acqua sul fuoco e ricorda già nel titolo che la carne di suino è sicura e può essere mangiata senza rischi. Su “Libero” del 28 aprile si pone poi l'accento sull'enorme giro di affari che sta dietro all'allarme virus. Al grande business delle industrie farmaceutiche si contrappongono però i forti danni al mondo degli allevamenti suinicoli che potrebbero derivare dalla psicosi influenza. Danni, secondo quanto riporta “Il Sole 24 Ore” del 28 aprile, che possono raggiungere quota 10 miliardi di euro.
Grano in difficoltà
Meno allarme, ma più preoccupazioni, giungono invece dal mondo del grano che vede il prezzo precipitare, tanto che dalle colonne de “La Stampa” del 26 aprile si mette persino in forse il settore della pasta a causa delle semine ai minimi storici. La crisi del grano rimbalza anche sulle pagine de “La Libertà” del 22 aprile che denuncia come sia sempre meno redditizio produrre grano. Difficoltà che nascono dal basso prezzo di mercato, come ricorda “Finanza e Mercati” del 22 aprile, e dall’aumento dei costi per i concimi. Che si sia di fronte ad una situazione difficile lo mette in evidenza anche “Il Messaggero di Udine” che si spinge a prevedere la chiusura della maggior parte delle aziende agricole, strette nella morsa della crisi di mercato. Alle difficoltà del mondo agricolo fa eco la crisi delle industrie meccaniche che registrano per i trattori e per le mietitrebbie un calo sensibile delle vendite. I dati sono riportati su “Finanza e Mercati” del 23 aprile e su “Italia Oggi” dello stesso giorno. E' crisi anche per il tabacco, tanto da costringere i coltivatori a scendere in piazza per protestare e per chiedere interventi idonei, come si può leggere su “Il Mattino” del 28 aprile.
Escalation delle frodi
Chi non conosce crisi sono invece i “falsi” alimentari, che in tutta Europa continuano a crescere e ad acquisire nuovi spazi di mercato per un valore complessivo che, secondo i dati riportati da “Avvenire” del 23 aprile, raggiunge quota 7 miliardi di euro. Dello stesso argomento si occupa anche “Finanza e Mercati” che denuncia l’impennata che le frodi alimentari hanno fatto registrare nel corso del 2008. E a quanto pare sono gli ortaggi che possono vantare il non invidiabile primato di essere in testa alle contraffazioni, come emerge da un’indagine di Nomisma, riportata su “Italia Oggi” del 23 aprile.
Il prezzo del latte
Sul fronte degli allevamenti è il prezzo del latte l’argomento che ha raccolto le maggiori attenzioni dei quotidiani di questi ultimi giorni, a iniziare da “L’Arena” del 22 aprile che ospita i pareri di Cia e Confagricoltura sull’andamento delle trattative, assai difficili, vista la distanza fra offerte delle industrie del latte e richieste degli allevatori. Dalle colonne del “Corriere di Verona” si apprende che gli allevatori sono anche pronti a dare il via ad uno sciopero del latte se non ci sarà maggiore apertura da parte dell’industria. Ma siamo solo alle prime schermaglie per la definizione del prezzo, come si può leggere anche su Agronotizie di questa settimana.