L'agricoltura italiana mostra segni di ripresa, ma le difficoltà restano e per i produttori rimane il pesante fardello dei costi aziendali, che mostrano nuovi preoccupanti aumenti.
E' quanto sottolineano le associazioni agricole, che suggeriscono come il dato positivo per l'agricoltura lasci ben sperare per il futuro ma raccomandano anche di evitare facili ottimismi.

Secondo i rilevamenti Istat, infatti, l'agricoltura è il settore che fa registrare la più elevata crescita percentuale del valore aggiunto sia in termini congiunturali (+ 1,7 per cento) che tendenziali (+ 3,5 per cento) e in netta controtendenza rispetto all'andamento generale fa segnare un'inversione positiva di tendenza dopo 2 anni negativi.

Si tratta di un dato che non può che essere accolto positivamente dalle principali associazioni agricole: la crescita evidenziata dall'Istat, sostiene la Cia, è un dato che conferma un sostanziale recupero dopo i crolli degli anni passati. Per tale ragione vanno evitati facili ottimismi: l'agricoltura si trova ancora alle prese con uno scenario critico, e molte questioni rimangono aperte. I produttori agricoli escono da tre anni, il 2005, il 2006 e il 2007, vissuti con una latente crisi strutturale, con una competitività in decisa frenata, con costi produttivi in continua crescita (solo nel mese di luglio sono lievitati in media del 10,5 per cento), con redditi sempre più 'tagliati' (nel 2007 la flessione è stata del 2 per cento).

Anche Confagricoltura si mostra soddisfatta del trend positivo rilevato per l'agricoltura, ma come le altre associazioni invita alla prudenza, in quanto "il secondo trimestre  sta presentando un quadro critico, anche a motivo dei danni molto gravi arrecati dalla perdurante siccità nel Mezzogiorno".

 

Il problema più grave, però, sembra essere rappresentato dall'aumento dei costi di produzione che gravano sulle imprese agricole. Secondo le elaborazioni dell'Ismea, a livello annuale l'aumento tendenziale di maggiore rilievo si riscontra per i concimi che rispetto a luglio del 2007 hanno fatto segnare un aumento del 52,4%. Incrementi significativi emergono inoltre per i prodotti energetici (+13,3%) e per i mangimi (+12%). Più contenuti gli aumenti tendenziali per il materiale vario (+4,3%), per le sementi (+4,2%) e per gli antiparassitari (+3%). Si registra, infine, una riduzione del 6,9% su base annua per le quotazioni degli animali d'allevamento, mentre restano invariati i salari e le spese varie, incluse le assicurazioni.

Voce spesa Indice luglio 2008 Variazione % su giugno 2008 Variazione % su luglio 2007
Sementi 117,82 0,08 4,21
Concimi 190,70 2,84 52,37
Antiparassitari 111,36 -0,10 3,03
Prod. Energetici 124,35 0,21 13,30
Mangimi 132,70 -1,96 11,98
Animali allevam. 89,37 -6,35 -6,90
Materiale vario 121,60 0,53 4,32
Spese varie 103,57 0,00 0,00

Totale prodotti agricoli

131,30 -0,08 10,51

Fonte: Ismea

Un'interessante rielaborazione Ismea mostra gli indici dei prezzi dei mezzi correnti di produzione (Base 2000=100), con riferimento alle singole categorie di prodotto (dagli ortaggi all'uva fino al comparto zootecnico).

La Cia invita perciò a non dimenticare i problemi che attualmente gli imprenditori agricoli incontrano e la complessa realtà economica e sociale con la quale si devono quotidianamente confrontare. La situazione per le imprese, sia sotto il profilo dei costi che dei redditi e della competitività, resta ancora molto difficile. Le imprese agricole, infatti, sono sempre più strette tra caro-gasolio, impennate dei prezzi dei mangimi, dei concimi e delle sementi. Questa situazione porta a una riduzione della competitività e dei redditi, visto anche il calo (meno 6,5 per cento a luglio scorso) dei listini praticati sui campi e la frenata di alcune commodities agricole (meno 40 per cento per il grano duro in poco in meno di due mesi).

L’agricoltura italiana, nonostante l’aumento del valore aggiunto, sta, insomma, attraversando uno dei più difficili momenti della sua più recente storia. Stretti nella morsa dei costi produttivi, i redditi dei nostri produttori registrano una nuova contrazione, in controtendenza con l’andamento registrato da Eurostat nei principali Paesi europei, e i prezzi sembrano aver imboccato una strada in discesa. Anche il positivo andamento dell’export agroalimentare riesce solo parzialmente ad alleviare la sofferenza di un settore che fatica a mantenere i tassi di crescita della produzione degli anni '90.

 

Conclusioni
Nonostante le ombre rappresentate dall'aumento dei costi di produzione e dalla flessione dei consumi, problemi che non riguardano solo il comparto agricolo, l'aumento del secondo trimestre del 2008 dimostra che il settore primario, pur in presenza di molti e difficili problemi, è vitale. Coldiretti, Confagricoltura e Cia concordano nel sostenere che è fondamentale adottare politiche nuove per valorizzare e sviluppare l'attività imprenditoriale agricola. In questo senso, le associazioni ripropongono al governo alcune irrinunciabili priorità: una rinnovata politica agraria nazionale e comunitaria per accrescere le capacità concorrenziali delle imprese agricole; promuovere e difendere il 'made in Italy' alimentare; attuare politiche rivolte al contenimento dei costi, alla valorizzazione delle produzioni e al sostegno dei consumi che sono in calo addirittura a tavola; infine, la programmazione degli interventi e una concertazione alla quale restituire spessore e legittimità.

 

Foto: twoblueday - Flickr