I bovini di razza Piemontese possono vantare di essere i primi ad avere un disciplinare di etichettatura volontaria, approvato dal ministero per le Politiche agricole.
A vigilare sul percorso delle carni di Piemontese è il Coalvi, il Consorzio di tutela della razza Piemontese, attivo già dal 1984 e a sua volta marchio di qualità, al quale fanno capo 1500 allevamenti e 250 macellerie.
Un circuito di eccellenza dal quale passano ogni anno ventimila bovini, dei quali si ha garanzia di origine e promessa di alta qualità.
 

Conti in rosso

A dispetto di questo percorso dal quale ci si attende una premialità anche dal mercato, i conti degli allevamenti di Piemontese sono in profondo rosso.
Lo testimonia una recente analisi promossa dalla stesso Coalvi prendendo come campione varie tipologie di allevamento, dal piano alla collina.
Deludenti i risultati economici, con solo un 5% di aziende che riesce a chiudere il bilancio con un modesto risultato, mentre il rimanente 95% ha i bilanci in perdita.
Molteplici le cause, non ultima quella di politiche commerciali, in particolare della grande distribuzione organizzata, che puntano al prezzo piuttosto che alla qualità.
Di qui l'appello degli allevatori a non sprecare un patrimonio di cultura, di biodiversità e di sostenibilità rappresentato da questa razza.


Lo "strappo"

Messaggero di questo appello sarà ora Guido Groppo di Sommariva Bosco, eletto alla presidenza del Coalvi all'unanimità dalla recente assemblea dell'associazione, che si è svolta tra qualche momento di tensione e che ha preso una strada diversa da quella proposta da Coldiretti, che in questo caso si è trovata in minoranza.
Si allunga così l'elenco delle associazioni allevatoriali che prende le distanze dal mondo Aia, che già vede fra i "dissidentiFris.Ital.I (razza Frisona), l'Anarb (razza Bruna) e Anapri (Razza Pezzata Rossa), per citare alcune fra le associazioni più rappresentative.
 

Il programma

"Dobbiamo agire con forza", ha esordito Guido Groppo assumendo il suo nuovo compito, pur confermando la volontà di non disperdere quanto fatto sino ad ora, ma promuovendo ogni servizio utile al miglioramento della produzione, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti della Piemontese.
"Nel segno della crescita e di una sempre maggiore competitività - ha aggiunto Groppo - vogliamo anche prefissarci l'obiettivo di ricercare nuovi sbocchi di mercato a livello nazionale ed internazionale, utilizzando anche, oltre alla storica etichettatura del Coalvi, le certificazioni di qualità dell'SQN Fassone di Razza Piemontese e dell'IGP Vitelloni Piemontesi della coscia."
Non resta che augurargli buon lavoro.